29 gennaio 2015 20:26
Silvio Berlusconi a Roma, il 27 novembre 2013. (Alessandro Bianchi, Reuters/Contrasto)

A Montecitorio si conclude la prima seduta per l’elezione del presidente della repubblica con un nulla di fatto, come era stato annunciato. Tutti sono già proiettati sulle prossime votazioni e sulle trattative a cui assisteremo nei prossimi due giorni in vista della quarta votazione, quella di sabato mattina in cui la maggioranza necessaria a eleggere il presidente della repubblica passerà da 673 a 505 voti.

Nel pomeriggio intanto Silvio Berlusconi, dal suo palazzo a pochi chilometri da Montecitorio, ha sorpreso tutti e ha annunciato che Forza Italia voterà scheda bianca alla quarta votazione, riducendo il margine di sostegno a Sergio Mattarella, su cui sembrava stesse convergendo il suo schieramento in mattinata. Qual è l’opportunità politica del passo indietro di Berlusconi? In molti se lo chiedono, in tanti credono che quello dell’ex premier sia solo un bluff, qualcuno lo definisce “una mossa democristiana”.

La senatrice del Partito democratico Rosy Bindi spera in un ripensamento di Angelino Alfano e di Silvio Berlusconi, ma è sicura che il Pd ce la farà anche senza i voti del centrodestra. “Faremo senza di lui, dovremmo avere i numeri”, afferma. Parlando di Alfano aggiunge: “Non si è mai visto un partito di governo che si sottrae all’elezione del presidente della repubblica. Un invito alla riflessione lo farei. Altrimenti Alfano dovrà spiegare perché il nome di Mattarella non va bene”.

La ministra per le riforme Maria Elena Boschi non sembra preoccupata: “Noi abbiamo un nome forte e abbiamo ancora due giorni per discutere”, afferma lasciando l’aula. Il deputato del Pd Roberto Giachetti parla delle conseguenze della scelta di Berlusconi: “È un suicidio. Se Berlusconi non vota per Mattarella potrebbero esserci delle conseguenze sul patto del Nazareno e sulle riforme che non saranno migliorative. Non capisco proprio questa scelta dal punto di vista politico”, dice Giachetti. Secondo lui, il Movimento 5 stelle a questo punto potrebbe arrivare a votare Sergio Mattarella, in opposizione alla scelta di Berlusconi. Il deputato del gruppo misto Pino Pisicchio crede che in qualche modo Berlusconi appoggerà la candidatura di Mattarella anche in modo indiretto: “A Berlusconi non interessa il nome del presidente, quindi o lo vota o vota scheda bianca, l’unico che rimane strozzato è Alfano. Renzi aveva già in tasca questo accordo con Berlusconi”, dice Pisicchio.

Il senatore di Forza Italia Augusto Minzolini conferma che il suo partito non farà altri nomi, voterà scheda bianca. Ma sembra pensare che Mattarella potrebbe farcela lo stesso anche senza i voti dei forzisti. “Si tratta di capire se Mattarella alla quarta votazione ha o non ha i voti”, afferma. “Poi vedremo che fare alla quinta”, dice.

“O è un bluff o è un suicidio perché si sta spaccando Forza Italia”, spiega il giornalista dell’Agi Nicola Graziani. “Se dovesse continuare questa situazione di indeterminatezza Berlusconi avrà a che fare con un partito più diviso di prima”. Ma per Graziani, Mattarella sarà eletto alla quarta votazione con “un dissenso pilotato”, ci saranno dei dissidenti dentro al Nuovo centrodestra e a Forza Italia che voteranno numerosi per Mattarella. “Una volta avremmo definito questa mossa ‘democristiana’: ci sarà un dissenso rispetto alla linea ufficiale del partito che non dispiacerà ai vertici del partito”, spiega Graziani.

Un modo per Berlusconi di stare all’opposizione e di allontanarsi da Matteo Renzi, senza rompere con il Partito democratico sulle riforme e sulla legge elettorale. Renzi da parte sua, se dovesse farcela a far eleggere Mattarella, prenderebbe le distanze dal patto del Nazareno e dall’eccessiva vicinanza con Berlusconi e rafforzerebbe la sua immagine come leader del centrosinistra.

Annalisa Camilli, Internazionale

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