Mauro Ottolini, musicista e compositore italiano, ha scritto questa lettera per rispondere all’articolo di Michael Braun “È solo un gioco”.
Credo che in un momento come questo, dove la nostra società di pensieri ne ha fin troppi, fosse importante per un musicista come me, concepito in Nigeria nel 1972 da padre e madre italiani emigrati in Africa, realizzare un’opera dal sapore cosmopolita. E che fosse l’espressione di un sentimento forte e inclusivo, sentimento che arriva direttamente dal profondo della mia anima di musicista e di uomo.
La musica è uno dei pochi elementi capaci di unire popoli e culture diverse fra loro. Abbiamo esempi straordinari, come quello della cantante egiziana Oum Kalthoum che riuscì con le sue canzoni ad emozionare e unire tutto il popolo arabo. Ecco perché con la complicità di Vanessa e dei Sousaphonix ho voluto tradurre testi arabi, parole che parlano di amore e di fratellanza, riscrivere ninne nanne giapponesi e russe, far cantare ad un coro di montagna una canzone ucraina. Abbiamo registrato dal vivo un coro di bambini di Haiti che intonano una canzone dedicata a Babbo Natale, proprio a quel Babbo Natale tanto prodigo con l’occidente ma che quando si tratta di guardare a sud ancora una volta volutamente li ignora. È troppo impegnato a distribuire doni ai bambini ricchi! E poi una canzone originale, tradotta in finlandese, che racconta dell’artista clochard Matti Pellonpaa, e della sua speranza di trovare un giorno rifugio nell’amore.
Musica per una società senza pensieri è un opera abbastanza complessa che si sviluppa fra 24 canzoni distribuite in due cd, in uscita a gennaio il volume 1 e a luglio il volume 2, il cartone animato Chubanga e un documentario realizzato con il giovane regista Francesco Crapanzano per documentare le tante tappe della sua nascita e della sua coinvolgente crescita.
Sono storie, personaggi, visioni e fantasie che raccontano il nostro desiderio di vedere un mondo dove le diverse culture finalmente si incontrano, grazie alla musica, alla poesia, all’arte, accomunate dalla gioia della condivisione, dalla felicità di accettare quello che è diverso e soprattutto unite dalla curiosità di conoscere e scoprire cose nuove. Così come anche da una pietra può nascere una nota, se viene accarezzata da chi la ama, allo stesso modo da una conchiglia possono uscire le parole della preghiera haitiana al dio del vento Papaloco e da un disegno può nascere un sorriso di speranza.
Sta proprio qui la grandezza dell’uomo, l’uomo che non si accontenta di guardare alla sola apparenza ma cerca di tradurre con intelligenza un messaggio così importante e poi di trasmetterlo ai propri figli con tutta la serenità, senza paura di affrontare la verità e la conoscenza. E soprattutto sbarazzandoci di quell’ingombrante e dannoso fardello di paternalismo che ci fa guardare dall’alto in basso anche quelli che diciamo di amare e difendere.
Mauro Ottolini
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