17 marzo 2015 11:26

In Israele si vota per rinnovare i 120 membri della Knesset, il parlamento unicamerale. Dalle prime elezioni nel paese, nel 1949, nessun partito ha mai avuto la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento. Breve guida sulle cose da sapere, in sei punti.

1. Elezioni anticipate
Lo scioglimento del parlamento è arrivato dopo il colpo di mano del premier, Benjamin Netanyahu, che aveva rimosso due ministri fortemente critici nei suoi confronti: Yair Lapid, ministro delle finanze, e Tzipi Livni, ministra della giustizia. I deputati israeliani hanno votato lo scioglimento del parlamento: 93 a favore, nessuno contrario.

2. I tempi
I seggi chiudono alle 22 (le 21 in Italia) e i tre più importanti canali televisivi israeliani pubblicheranno gli exit poll e le proiezioni, e seguiranno lo spoglio in diretta.

3. Come si forma il governo?
Dopo il voto, il presidente israeliano Reuven Rivlin consulterà i leader dei principali partiti che indicheranno il candidato con più possibilità di formare una coalizione di governo (non sarà necessariamente il leader del partito che ha ricevuto più voti). Il premier incaricato dal presidente avrà 42 giorni di tempo per formare un governo.

4. Cosa promette il premier uscente Benjamin Netanyahu?
Netanyahu è stato tre volte premier e i suoi mandati sono stati caratterizzati da una forte opposizione ai negoziati sul nucleare iraniano e dai piani per la costruzione di nuovi insediamenti nei Territori palestinesi occupati. Sul fronte interno Netanyahu ha promosso le privatizzazioni, la rottura dei monopoli e il risanamento dei conti pubblici.

5. Cosa promette l’Unione sionista?
L’Unione sionista ha smesso di insistere sul congelamento degli insediamenti perché i sondaggi hanno mostrato che non è un argomento di campagna elettorale caro agli elettori. Gli oppositori di Netanyahu e del Likud si sono concentrati sull’economia e sulle riforme, promettendo un’espansione della spesa pubblica, in particolare nei settori della salute e della scuola.

6. Quali sono le possibili sorprese di queste elezioni?
I partiti che rappresentano la minoranza araboisraeliana si presentano insieme per la prima volta e aspirano a conquistare 13 seggi. Se così fosse, sarebbero la terza forza del paese. Yesh Atid, il partito di centro fondato nel 2012 dal presentatore televisivo Yair Lapid, potrebbe ottenere 12 o 13 seggi, meno dei 19 ottenuti alle elezioni del 2013. Lapid potrà comunque essere l’ago della bilancia. L’ex ministro delle comunicazioni Moshe Kahlon ha formato un partito di centrodestra che secondo i sondaggi potrebbe ottenere dieci seggi e partecipare a un governo di coalizione con entrambi i partiti maggiori, con il Likud o anche con l’Unione sionista.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it