30 giugno 2015 12:27

La Giordania vuole realizzare una zona cuscinetto lungo il suo confine con il sud della Siria, per prevenire l’avanzata del gruppo Stato islamico nel suo territorio. Ne scrive in prima pagina il Financial Times, precisando che la fascia di sicurezza si estenderebbe attraverso le provincie siriane meridionali di Deraa e Suwayda, fino a comprendere la città di Deraa dove, nel 2011, iniziò la rivolta siriana contro il presidente Bashar al Assad. Sarebbe “la prima di area di sicurezza per guerriglieri e profughi negli ultimi quattro anni di guerra civile” sottolinea il quotidiano londinese.

Anche se l’idea di realizzare militarmente una buffer zone circola da diverso tempo tra i paesi confinanti con la Siria, finora aveva ricevuto scarsa attenzione da parte dei governi. Ma il timore di un’espansione del gruppo Stato islamico vicino ai propri confini avrebbe convinto a optare per una simile soluzione militare i vertici del regno hascemita, che già collaborano con gli Stati Uniti nell’addestramento delle milizie che nella zona combattono contro i jihadisti dello Stato islamico.

Le forze di Assad sono sottoposte a una notevole pressione militare a Deraa e potrebbero presto decidere di ritirarsi per non perdere l’esile corridoio che le collega ancora alla capitale Damasco. I progetti della coalizione contro il gruppo dello Stato islamico sono cambiati anche dopo la caduta nelle mani dei jihadisti della città di Tadmor, l’antica Palmira. Ora i jihadisti sono più vicini al confine con la Giordania e stanno usando la zona per attraversare l’Iraq. Secondo fonti dell’intelligence citate dal quotidiano londinese, il gruppo dello Stato islamico starebbe muovendo nell’area importanti convogli militari.

Amman starebbe pensando comunque di chiudere la zona cuscinetto anche da nord – quindi dall’interno del territorio siriano – per evitare possibili infiltrazioni delle forze leali al regime di Assad. In questo caso, si occuperebbero della protezione della fascia di sicurezza le milizie più attive nel sud della Siria a cui si aggiungerebbero soldati addestrati in Giordania. I paesi che partecipano alla coalizione internazionale che combatte lo Stato islamico potrebbero fornire il loro appoggio militare, ma fonti statunitensi hanno fatto capire che Washington non è affatto favorevole a simili iniziative unilaterali che, anzi, sono state smentite dal dipartimento di stato.

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