15 settembre 2015 15:46

I due principali candidati alle elezioni legislative in Grecia, il leader di Syriza Alexis Tsipras e il capo di Nea Demokratia, Vangelis Meimarakis, si sono sfidati nell’ultimo duello televisivo prima del voto anticipato del 20 settembre, confrontandosi sul tema della crisi dei migranti e sull’economia del paese ellenico.

L’esito del voto è incerto. Tsipras, il primo ministro che si è dimesso il 20 agosto dopo appena sei mesi di governo, è il favorito con il 23 per cento dei consensi previsti. Ma il suo avversario Meimarakis è molto vicino secondo alcuni sondaggi che gli attribuiscono il 19,5 per cento delle preferenze, mentre altri addirittura lo danno in vantaggio.

Meiramakis ha insistito sulla necessità di rimandare nei loro paesi d’origine i migranti che sbarcano sulle isole greche. Tsipras invece ha dichiarato: “Un’azione militare contro trafficanti di esseri umani al largo delle coste greche sarebbe inutile e finirebbe per colpire persone innocenti”.

Sull’accordo siglato con i creditori i due sfidanti sono più o meno d’accordo. Per avere dalla Commissione europea e dalla Banca centrale europea nuovi fondi per evitare l’insolvenza, Tsipras ha accettato misure di austerità che aveva promesso di respingere durante la campagna elettorale che l’ha portato alla vittoria di gennaio proprio contro Samaras. Ma sei mesi dopo, già al governo, Tsipras ha avuto bisogno dei voti dei conservatori per fare approvare il piano dai parlamentari.

Ora però, mentre Meimarakis lancia appelli per un governo di coalizione che possa continuare a mettere in pratica le riforme e le privatizzazioni e lottare per la ripresa economica, Tsipras vuole un governo solo di Syriza e rifiuta alleanze post elettorali.

Ieri sera, in diretta tv, ha chiesto ai greci di votare per lui: “Il problema domenica è semplice: vogliamo una Grecia di pochi o di molti? Qualcuno vuole fare del nostro sforzo un piccolo interludio. Non permettete che ciò accada. Vinciamo il futuro mettendo fine al passato”.

Meimarakis ha attaccato: “Non voglio più rivederti premier. Sei il primo ministro che ha portato una catastrofe nel nostro paese, che ha portato il male peggiore. Non abbiamo mai avuto così tanti problemi in così poco tempo”.

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