15 ottobre 2015 18:50

Il consiglio dei ministri ha varato la legge di stabilità 2016. La manovra ammonterà a una cifra compresa tra i 27 e i 30 miliardi. Il valore definitivo dipenderà dal riconoscimento in sede europea di un margine di flessibilità pari allo 0,2 per cento del pil (circa 3 miliardi di euro), chiesto alla luce della crisi dei migranti. In generale, sono previsti molti provvedimenti in materia di fisco e di spesa pubblica, a cominciare dall’abolizione delle tasse sulla prima casa. Tra le misure previste, c’è anche il part time per i lavoratori che hanno più di 63 anni (al posto dell’uscita anticipata dal lavoro) e un intervento fiscale in due tempi per le imprese: prima attraverso i cosiddetti “superammortamenti” e poi con il taglio dell’Ires, l’imposta sul reddito delle società. Ecco le principali novità della manovra, che passa ora all’esame del parlamento e delle istituzioni europee.

Abolizione delle tasse sulla prima casa. Sulla prima casa sarà cancellata la Tasi, mentre su ville e case di lusso, oltre alla Tasi, sparirà anche l’Imu. Lo sgravio totale dell’Imu riguarderà anche i terreni agricoli e i macchinari “imbullonati” al suolo nelle grandi fabbriche. La riduzione delle imposte sulla casa costerà nel complesso quasi cinque miliardi di euro, che verranno integralmente rimborsati dallo stato ai comuni, in modo che non siano più costretti a compensare il mancato gettito con l’aumento di altre imposte, come quelle sulle seconde o sulle terze case. Presentando la manovra, il presidente del consiglio Matteo Renzi ha anche annunciato un intervento straordinario per assicurare una maggiore efficienza energetica ed edilizia alle case popolari.

Taglio dell’Ires. La tassa sui profitti delle imprese sarà ridotta dal 27,5 per cento al 24 per cento, ma solo a partire dal 2017. L’intervento potrebbe essere anticipato al 2016, se le istituzioni europee dovessero approvare la clausola per gli eventi eccezionali – in questo caso la crisi dei migranti – che consentirà una maggiore flessibilità agli obiettivi di bilancio pari allo 0,2 per cento del pil. Se Bruxelles dira di sì, le misure previste per il 2017 saranno anticipate al 2016, ha spiegato Renzi, citando in particolare l’Ires e ulteriori investimenti sull’edilizia scolastica.

I “superammortamenti”. Tra gli incentivi alle imprese, il governo ha annunciato l’introduzione di una deduzione dalle tasse per gli acquisti di macchinari effettuati tra l’ottobre del 2015 e la fine del 2016. Le aziende che investono nelle nuove strumentazioni potranno ammortizzare il 140 per cento del loro valore.

Nessun aumento dell’iva e delle accise. Le clausole di salvaguardia previste dalle precedenti manovre sono state azzerate, scongiurando aumenti sia dell’iva sia di molte accise (che sarebbero ammontati a circa 16,9 miliardi di euro).

Canone Rai. La tassa è stata abbassata da 113 a 100 euro e arriverà con la bolletta, per abbattere l’evasione. Dal 2017 il canone scenderà a 95 euro.

I bonus per le ristrutturazioni. Gli incentivi alle ristrutturazioni edilizie, i cui costi possono oggi essere detratti dall’Irpef per una quota del 50 per cento, dovrebbero essere prorogati per un altro anno. Stesso discorso per le detrazioni legate agli interventi sul risparmio energetico, che dovrebbero rimanere al 65 per cento per un anno ancora.

Incentivi per chi assume. Gli incentivi alle assunzioni (che oggi prevedono uno sgravio sui contributi totale per chi assume un dipendente a tempo indeterminato o converte un contratto precario in un inquadramento stabile) diventeranno meno generosi. Per chi assume nel 2016 lo sgravio fiscale si ridurrà del 40 per cento e poi calerà ancora.

Comuni. Dal 2016 saranno sbloccati i soldi in avanzo dei comuni che erano stati congelati dal patto di stabilità, per un totale di 675 milioni di euro.

Contanti. Sarà innalzato da mille a 3mila euro il limite all’utilizzo dei contanti, approvato negli anni scorsi dal governo Monti per combattere l’evasione e molto contestato dagli operatori economici.

Sanità. Per il fondo sanitario nazionale è stata confermata per il 2016 una dotazione di 111 miliardi, rispetto ai 113 attesi e agli attuali 110.

Poveri. Nel 2016 ci saranno 600 milioni di nuove risorse per il Fondo povertà: una cifra che sommata alle risorse già stanziate porterà il totale a 1,4 miliardi. Il governo lavorerà con comuni, terzo settore e fondazioni per interventi mirati soprattutto ai minori.

Pensioni. Non ci sarà l’abbassamento dell’età pensionabile a 63 anni per tutti, prospettato da Renzi nei mesi scorsi. Sarà prorogata la cosiddetta “opzione donna”, che permette alle lavoratrici di mettersi a riposo con molto anticipo (oggi il requisito è 35 anni di contributi e 57 anni di età) ma con forti penalizzazioni sull’assegno (che è calcolato con il metodo contributivo). Sarà consentito a chi ha almeno 63 anni e 7 mesi di età di lavorare part time nell’ultima parte della carriera, ma con una retribuzione vicina a quella ordinaria.

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