11 novembre 2015 14:43

Il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca è indagato per concussione dalla procura di Roma insieme ad altre sei persone, tra le quali Carmelo Mastursi, ex capo della sua segreteria, e la giudice del tribunale civile Anna Scognamiglio, che il 22 luglio aveva sospeso l’esecuzione della legge Severino per l’ex sindaco di Salerno.

A dare il via all’indagine è stata l’intercettazione di una telefonata tra il dirigente sanitario Guglielmo Manna, marito della giudice Scognamiglio, e Carmelo Mastursi, che si è dimesso il 9 novembre.

Nell’intercettazione Manna, poco prima che fosse depositata la sentenza sull’applicazione delle legge Severino nei confronti di De Luca, avrebbe chiesto a Mastursi un’assunzione nel settore della sanità, promettendo in cambio un’intervento da parte della moglie sulla sentenza. La telefonata, secondo l’accusa, sarebbe stata fatta d’accordo con Scognamiglio.

Secondo l’accusa quindi Vincenzo De Luca, scrive il Corriere della Sera, sarebbe stato minacciato “di una decisione a lui sfavorevole da parte del tribunale civile di Napoli, con conseguente perdita della carica ricoperta” e per questo indotto “a promettere a Guglielmo Manna, sempre per il tramite dei due, la nomina a una importante carica dirigenziale nella sanità campana”.

Tre settimane fa la procura di Roma ha ordinato una serie di perquisizioni a casa e negli uffici degli indagati ma solo il 9 novembre la notizia dell’operazione ha cominciato a essere diffusa: in quel giorno Mastursi si è dimesso da capo della segreteria di De Luca per l’impossibilità di svolgere anche l’incarico di segretario regionale organizzativo del Partito democratico, come spiegato in una nota della regione. All’ex capo della segreteria della regione Campania è stato sequestrato il cellulare e numerosi documenti. Il grado di coinvolgimento di De Luca non è ancora stato accertato.

De Luca e la legge Severino. A gennaio 2015 Vincenzo De Luca è stato condannato in primo grado a un anno di carcere per abuso d’ufficio. Sospeso dal prefetto quando era sindaco di Salerno in virtù della legge Severino, che stabilisce la sospensione degli amministratori condannati, era stato reintegrato nelle sue funzioni grazie a una decisione del tribunale amministrativo (Tar) della Campania, che aveva rinviato gli atti alla corte costituzionale.

Il 20 ottobre scorso la costituzionalità della legge era stata confermata ma De Luca non era stato sospeso, perché lo impediva la sentenza del tribunale civile di Napoli del 22 luglio.

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