04 novembre 2016 10:56

Nuvole nere si addensano sulla nazione arcobaleno e sul suo presidente Jacob Zuma. In un rapporto di 355 pagine intitolato State of capture (Man bassa sul Sudafrica) pubblicato il 3 novembre, il capo dello stato sudafricano e alcuni ministri del suo governo sono accusati di possibili reati di corruzione.

Il documento, che Zuma e i suoi hanno cercato in tutti i modi di non far uscire, è stato scritto dall’avvocata Thuli Madonsela, l’ex difensore civico del Sudafrica. In particolare il rapporto mette in evidenza la stretta collusione tra l’esecutivo e i Gupta, una ricca famiglia d’origine indiana. Una delle rivelazioni potenzialmente più esplosive riguarda il tentativo dell’imprenditore Ajay Gupta di corrompere Mcebisi Jonas, il viceministro delle finanze.

Già duramente criticato da una parte dei suoi connazionali, secondo cui non ha tenuto fede ai suoi doveri di presidente, Zuma è in una posizione sempre più precaria. “Se si tiene conto della condotta poco dignitosa nell’esercizio delle sue funzioni e del dissenso sempre più forte all’interno del suo partito, il presidente sudafricano è in seria difficoltà”, scrive Daniel Silke sul Rand Daily Mail.

La crisi più grave
Questa crisi, forse la più grave della sua presidenza (incarico che ricopre dal 2009), potrebbe spingere il paese verso un periodo di forte instabilità politica, osserva il Guardian. Del resto, il partito d’opposizione Democratic alliance (Da) ha già annunciato una mozione di sfiducia da presentare in parlamento il 10 novembre.

A Pretoria migliaia di simpatizzanti di Julius Malema, l’ex presidente della Lega giovanile dell’African national congress (Anc, il partito di Zuma) diventato il leader della formazione Economic freedom fighters (Eff), hanno manifestato il 2 novembre per chiedere le dimissioni del capo dello stato, il cui mandato scade nel 2019. Mentre il corteo si dirigeva verso gli Union buildings, la sede del governo sudafricano, alcuni manifestanti hanno lanciato delle pietre contro le forze dell’ordine che hanno risposto con i gas lacrimogeni, i proiettili di gomma e gli idranti.

Sul quotidiano sudafricano The Times Ray Hartley sostiene che Zuma ha i giorni contati e che lo aspetta una pubblica esecuzione “lenta e dolorosa”.

(Traduzione di Andrea De Ritis)

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