12 dicembre 2016 14:05

Dopo il risultato del referendum costituzionale il 4 dicembre si è aperta in Italia una crisi di governo: il presidente del consiglio Matteo Renzi ha annunciato le sue dimissioni dopo la sconfitta del sì alla legge di revisione costituzionale proposta dal suo governo. Ecco tutte le tappe della crisi di governo.

  • Dopo aver condotto una decisa campagna elettorale per l’approvazione delle riforme e aver annunciato che avrebbe lasciato il suo incarico in caso di sconfitta, il presidente del consiglio il 5 dicembre è salito al Quirinale per rassegnare le dimissioni, già annunciate nella notte in una conferenza stampa da palazzo Chigi.
  • Il presidente della repubblica Sergio Mattarella ha chiesto a Matteo Renzi di sospendere le dimissioni fino all’approvazione della legge di bilancio, che doveva essere approvata dal senato.
  • Il 7 dicembre il governo ha messo la fiducia sulla legge di bilancio per evitare che fossero proposti emendamenti e far sì che la legge fosse approvata nella stessa versione già approvata dalla camera dei deputati.
  • Il 7 dicembre il senato ha approvato la legge di bilancio con 166 voti favorevoli, 70 contrari e un astenuto. In serata, dopo aver partecipato alla direzione del Partito democratico, Renzi è di nuovo salito al Quirinale per ufficializzare le sue dimissioni.
  • Il governo di Matteo Renzi è durato 33 mesi e mezzo.
  • Sergio Mattarella ha accettato con riserva le dimissioni di Matteo Renzi.
  • L’8 dicembre sono cominciate le consultazioni al Quirinale, che sono terminate il 10 dicembre. Il presidente della repubblica ha incontrato le più alte cariche dello stato e i rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari. Il Partito democratico, che ha la maggioranza in parlamento, ha proposto un governo di larghe intese con tutti i partiti presenti in parlamento per riformare la legge elettorale, ma tutti i gruppi parlamentari hanno proposto un secondo incarico a Matteo Renzi, elezioni anticipate o un governo guidato dal Pd, sostenuto dalla stessa maggioranza.
  • Mattarella avrebbe voluto che Renzi accettasse di rimanere in carica per sette-otto mesi per fare una legge elettorale omogenea per camera e senato, rispondere alle eventuali critiche di Bruxelles sulla legge di bilancio e partecipare al G7, previsto nel maggio del 2017 in Sicilia. A parte Movimento 5 stelle e Lega nord, infatti, nessuno chiedeva le sue dimissioni e il parlamento avrebbe continuato a sostenerlo.
  • Tramontata l’ipotesi di un reincarico, l’11 dicembre Sergio Mattarella ha convocato al Quirinale Paolo Gentiloni, ministro degli esteri del governo Renzi, per affidargli l’incarico di formare un nuovo governo.
  • Paolo Gentiloni ha accettato l’incarico con riserva e ha cominciato le consultazioni alla camera dei deputati per verificare la maggioranza parlamentare e per formare la squadra di governo.
  • Le consultazioni a Montecitorio sono terminate alle 14 del 12 dicembre e il presidente del consiglio incaricato potrebbe tornare al Quirinale già nel pomeriggio per confermare la sua disponibilità e annunciare la lista dei ministri. Il governo dovrebbe mantenere una certa continuità con quello uscente, come confermato da Gentiloni nel suo discorso al Quirinale.
  • Dopo che il presidente del consiglio incaricato confermerà la sua disponibilità, si dovrà svolgere il giuramento del nuovo governo nelle mani del presidente della repubblica. Il giuramento potrebbe svolgersi già martedì 13 dicembre.
  • Se tutto dovesse concludersi nei prossimi giorni, si tratterebbe di una delle crisi di governo più rapide della storia della repubblica. Sergio Mattarella voleva, infatti, che l’Italia avesse un governo legittimo per partecipare al Consiglio europeo del 15 e 16 dicembre a Bruxelles, nel quale si discuterà della questione migratoria, della Siria e delle prossime fasi della Brexit.

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