06 febbraio 2017 15:48

Otto mezzi d’informazione francesi, tra cui Le Monde, hanno deciso di collaborare con Facebook per ridurre la presenza d’informazioni false sui social network. L’annuncio è stato dato il 6 febbraio dall’azienda statunitense, che nelle ultime settimane ha ricevuto molte pressioni affinché lotti con più decisione contro la proliferazione di fake news, considerate da molti come un fattore determinante nell’ultima campagna elettorale statunitense.

Nel concreto l’accordo prevede il prossimo utilizzo, in Francia, di un dispositivo simile a quello istituito a dicembre negli Stati Uniti insieme a cinque testate (Abc news, Ap, Factcheck.org, Politifact e Snopes) e che verrà presto lanciato anche in Germania, con la redazione di Correctiv. In Francia, oltre a Le Monde, le testate coinvolte sono l’Agence France-presse (Afp), Bfm-Tv, France télévisions, France médias monde, L’Express, Libération e 20 minutes. Dopo la Francia, Facebook prevede di estendere l’iniziativa ad altri paesi.

Questo dispositivo permette agli utenti di segnalare un’informazione che ritengono falsa. I link segnalati vengono raggruppati in un portale al quale hanno accesso le testate partner del progetto. Queste ultime possono, a quel punto, verificare quelle informazioni. Se due testate partner determinano che il link segnalato è falso e forniscono un atro link che lo dimostra, allora questo contenuto apparirà agli utenti con una bandierina che segnala che due fact checker hanno messo in discussione la veridicità di quest’informazione. Quando un utente vorrà condividere questo contenuto, si aprirà una finestra con la segnalazione.

Questi contenuti non potranno essere utilizzati a fini pubblicitari su Facebook. L’algoritmo che regola la distribuzione di contenuti agli utenti, invece, “potrà ridurre” la circolazione di fake news, afferma un comunicato dell’azienda statunitense. “È quest’elemento che ci ha convinto”, spiega Jerôme Fenoglio, direttore di Le Monde. “Per la prima volta sarà possibile agire su un algoritmo nel momento in cui un contenuto pone un problema editoriale”.

Uniti contro la post-verità
Prima che si sbloccasse quest’elemento, la decisione di aderire o meno all’iniziativa di Facebook aveva suscitato molta indecisione tra i mezzi d’informazione. Il timore è che il modello proposto dal social network si metta a svolgere il lavoro di caccia alle notizie false al posto dei giornalisti. Inoltre, accettarlo non significa forse ridare autorevolezza a Facebook, che si trova sotto pressione, e aiutarne la diffusione?

Alla fine ha prevalso il pragmatismo e le testate coinvolte hanno deciso di andare avanti, pur insistendo sul fatto che si tratta di una sperimentazione di cui verrà fatto presto un primo bilancio, tra due mesi. Alla decisione ha contribuito anche la necessità di rimanere uniti per potere, un domani, negoziare con Facebook nelle migliori condizioni possibili. “Abbiamo tutti interesse a compattarci e a lavorare insieme su queste questioni”, ha spiegato Michèle Léridon, direttrice dell’informazione dell’Afp.

Tutti sanno che, se la sperimentazione dovesse andare avanti, la questione della retribuzione per il lavoro in più svolto dai mezzi d’informazione si porrebbe inevitabilmente. Ma in un primo tempo, da una parte come dall’altra, si tratta solo di effettuare un test e darne una valutazione.

In parallelo ha annunciato il suo prossimo lancio anche un’altra piattaforma, che coinvolge Google ed è sostenuta da Facebook : CrossCheck, parte del progetto First Draft. CrossCheck, che partirà alla fine di febbraio, permetterà ai lettori di porre delle domande e riunirà le informazioni fornite dalle sedici testate francesi partner, di cui fanno parte, anche in questo caso, Afp, Le Monde, Libération, France télévisions e France médias monde.

(Traduzione di Federico Ferrone)

Questo articolo è apparso sul sito del quotidiano francese Le Monde.

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