09 dicembre 2014 08:33

Non ci saranno sorprese. Angela Merkel guida la prima potenza economica dell’Ue dal 2005. La Germania ha conti pubblici virtualmente in regola e un’industria che riesce a realizzare grandi esportazioni nonostante la sopravvalutazione dell’euro. Per questo Merkel sarà sicuramente rieletta questo pomeriggio alla guida dell’Unione cristiano democratica (Cdu), riunita in congresso a Colonia.

Non solo la cancelliera non ha concorrenti nei ranghi del suo partito, ma il 67 per cento dei tedeschi la ammira senza riserve e il 56 per cento vorrebbe che si ricandidasse nel 2017 per ottenere un quarto mandato. Al mondo nessuno gode dello stesso consenso di Angela Merkel. Ma questa donna austera e semplice, che 25 anni fa era stata definita una “bambina capricciosa” dall’ex cancelliere Helmut Kohl (suo mentore) e che oggi i tedeschi considerano come una “mamma”, ha davvero la levatura di donna di stato che le è attribuita? La cancelliera tedesca è paragonabile a Indira Gandhi, Golda Meir, Margaretch Thatcher? Ha la statura di un Adenauer, di un de Gaulle, di un Churchill?

La risposta è no. Angela Merkel non fa che gestire (abilmente ma senza immaginazione) l’eredità del suo predecessore, il socialdemocratico Gerhard Schröder, l’uomo delle riforme economiche e sociali che hanno trasformato la Germania, malata d’Europa, nella potenza di oggi. Come Tony Blair ha campato sui lasciti di Margaret Thatcher, la cancelliera tedesca trae oggi un immenso vantaggio da riforme che non ha realizzato ma delle quali approfitta per dare lezioni di coraggio politico al resto dell’Unione senza averne alcun diritto.

Dopo aver ricevuto un’eredità così importante, Merkel avrebbe dovuto fare il possibile per innovare, investire nel futuro e rivitalizzare l’Unione, e invece non ha fatto nulla di tutto questo. Ossessionata dallo squilibrio dei bilanci europei e determinata a riequilibrare quello tedesco, ha lasciato invecchiare le infrastrutture tedesche, non ha fatto nulla per contrastare il declino demografico del suo paese e soprattutto ha imposto provvedimenti di austerità all’Europa, tanto da rendere l’unità europea estremamente impopolare perché è assimilata alle revisioni di spesa e di bilancio.

La cancelliera non ha mai proposto un’idea per l’Europa, e ha regolarmente impiegato sei mesi o un anno per accettare quelle avanzate dagli altri, che si parli di quelle di Nicolas Sarkozy dopo la crisi di Wall street e del debito pubblico o di quelle di François Hollande sulla necessità di investimenti europei comuni. La verità è che Angela Merkel è una conservatrice meschina che non aveva certo brillato per il suo coraggio nella natia ex Germania Est e che oggi amministra la Germania unita lasciandola invecchiare e sedendosi sugli allori. Il suo paese e l’Europa meritano di meglio.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it