11 aprile 2016 14:42

Giordano Meacci, Il cinghiale che uccise Liberty Valance
Minimum Fax, 452 pagine, 16 euro

Il 99,9 per cento delle specie animali è da sempre tra noi, eppure fa al massimo da comparsa nelle nostre commedie umane. Giordano Meacci invece ha immaginato un altro mondo, un piccolo paese solo apparentemente antico tra Umbria e Toscana, dove uno degli esseri senzienti è un imponente cinghiale rosso che capisce e ragiona con la lingua degli umani. Con Apperbohr, così si chiama l’animale, entriamo nell’anima cinghialese e impariamo anche la sua lingua (awgr = cane) grazie a un glossario in appendice.

Conosciamo il suo amore per la bella Llhojoo-wrahh, partecipiamo mentre lui e la sua banda raccolgono provviste per l’inverno, ascoltiamo dalle finestre le conversazioni dei sapiens e scopriamo così anche i segreti umani. Gli Alti sulle Zampe sono ritratti con dovizia di particolari, anche troppi: tra i cento personaggi umani in uno Spoon River di tre generazioni ci sono il diciottenne ossessionato da John Ford (quindi Liberty Valance) e il sessantenne inguaiato dal gioco. Come nel western classico, c’è un conflitto per controllare territorio e risorse, non solo tra umani ma anche tra mammiferi. Inutile dire che, alla fine, è la specie Sus a conquistarsi la simpatia del lettore.

Questo articolo è stato pubblicato l’8 aprile 2016 a pagina 80 di Internazionale, nella rubrica Italieni. Compra questo numero | Abbonati

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