06 giugno 2015 13:53

Emilio Jona, Il celeste scolaro
Neri Pozza, 222 pagine, 16 euro

Emilio Jona, che la seguì dal vivo, ricostruisce una vicenda singolare: nel 1953 si parlò molto del processo milanese a Emanuele Almansi, un libraio antiquario che tentò di uccidere il figlio Federico e poi di suicidarsi, perché il figlio era schizofrenico grave e perché in famiglia c’erano stati casi simili e irrimediabili. È un lungo percorso nei modi di reagire alla follia che – in anni pre-Basaglia – Jona ricostruisce e che trovano un equilibrio nella convivenza di padre e figlio, morta la madre (una contadina sposata da Emanuele per rompere con una tragica eredità), con un altro quieto pazzo e con la moglie di questi, amica e infermiera di tutti.

La storia ebbe un’altra particolarità: Umberto Saba, amico del padre, fu amico di Federico apprezzandone le poesie, che sembrano molto belle, per i pochi versi che Jona ce ne offre. Tra Saba e Federico s’intrecciò una storia che ispirò a Saba molte poesie e lettere e che fu più di una semplice amicizia. Erede delle carte di Federico, Jona ricostruisce in parte anche il romanzo che Federico principiò a scrivere, su amori e tradimenti nella cupa Milano del 1943-1945. Con la precisione e l’asciuttezza di un romanziere-cronista d’altri tempi, Jona entra in una materia convulsa legando e sciogliendo con pietas, pudore, rispetto. E ci dà un libro che sembra d’altri tempi ma sa parlare all’oggi.

Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2015 a pagina 86 di Internazionale, con il titolo “La follia prima di Basaglia”. Compra questo numero | Abbonati

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