31 ottobre 2014 13:01

Il processo decisionale dell’Unione europea dà un nuovo significato all’aggettivo “incoerente”, e il governo britannico ultimamente ha la modalità “antipatia” sempre inserita, ma stavolta hanno entrambi superato se stessi. L’argomento in questione è l’operazione Mare nostrum della marina militare italiana, che da quando è stata lanciata un anno fa ha salvato 150mila migranti da imbarcazioni di fortuna nel canale di Sicilia.

Si stima che da gennaio siano annegate comunque circa tremila persone: è impossibile salvare tutti. Ma la marina italiana ha fatto un ottimo lavoro, senza alcun aiuto da parte degli altri paesi europei – il che è molto ingiusto, dal momento che l’Italia è solo la parte dell’Unione europea più vicina alle coste nordafricane da cui partono le imbarcazioni.

Alla fine, dopo le continue richieste dell’Italia, gli altri paesi dell’Ue si sono riuniti a Bruxelles all’inizio di questo mese e hanno concordato di sostituire le navi italiane con una missione congiunta europea a cui è stato dato il nome in codice “Triton”. Ma c’era un inghippo. A dire il vero, più di uno.

Triton disporrà solo di un terzo delle risorse finanziarie assegnate a Mare nostrum. Nello specifico, avrà in dotazione sei piccole imbarcazioni, due aerei e un elicottero al posto dell’ampia flotta di navi e aerei della marina militare italiana. Non avrà alcuna funzione di ricerca e salvataggio, e potrà operare a sole 30 miglia marine (50 chilometri) dalle coste italiane. Fuori da questo raggio i migranti saranno lasciati annegare.

È un modo piuttosto efficace per assicurarsi che il numero di profughi che riescono ad arrivare in Europa si abbassi, ma è talmente cinico che persino il portavoce del ministero degli esteri britannico si è sentito in dovere di arrampicarsi sugli specchi spacciandolo come un’iniziativa umanitaria in incognito.

“I ministri di tutta Europa”, ha detto, “hanno espresso preoccupazione circa la possibilità che le operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo abbiano funzionato da fattore di attrazione per l’immigrazione illegale, incoraggiando la gente a imbarcarsi in un viaggio pericoloso nella speranza di un salvataggio. Questo ha provocato più morti, dal momento che i trafficanti hanno sfruttato la situazione usando navi inadeguate per il viaggio”. Perciò lasciarne annegare un gran numero probabilmente scoraggerà gli altri e alla fin fine salverà più vite.

Non ci si aspetta che qualcuno creda davvero a queste sciocchezze. Si tratta solo di un espediente per negare l’ovvio, ossia che questa politica è stata ideata con lo scopo preciso di rispondere all’ondata di proteste contro gli immigrati e i profughi montata da politici e mezzi d’informazione populisti nel Regno Unito e in altri paesi europei. Far annegare i profughi è buono per la politica.

Migranti africani salvati al largo delle coste libiche dall’ong Migrant offshore aid station, il 4 ottobre 2014. (Darrin Zammit Lupi, Moas/Reuters/Contrasto)

Ed ecco l’ammiraglio Filippo Maria Foffi, comandante in capo della marina militare italiana, che ha immediatamente silurato l’argomentazione “annegarli per salvarli”. I profughi dalla Siria, dall’Eritrea o persino da paesi più lontani, ha dichiarato Foffi, viaggiano fino a tre mesi prima di raggiungere le coste del Nordafrica. Patiscono sofferenze che ne uccidono la metà, e poi si imbarcano. “Se qualcuno parla di ‘fattore di attrazione’, non sa di cosa sta parlando”.

Foffi aveva altro da dire. Non aveva ricevuto ordini dal governo italiano in merito alla chiusura dell’operazione Mare nostrum, ha aggiunto, perciò finché non ne avesse ricevuti avrebbe proseguito le operazioni di ricerca e salvataggio.

E allora la recente dichiarazione rilasciata da Angelino Alfano, leader di un piccolo partito di destra e ministro dell’interno del governo di coalizione italiano, secondo cui Mare nostrum sarebbe stata interrotta? Foffi ha risposto di aver ricevuto gli ordini dal primo ministro attraverso il ministro della difesa. Rispondere alle dichiarazioni estemporanee di un altro ministro non rientra fra “i modi in cui i militari conducono le loro attività”.

È evidentemente in atto un conflitto all’interno del governo italiano sull’opportunità di lasciar morire i profughi o continuare a portare avanti autonomamente Mare nostrum in assenza di un sostituto accettabile finanziato dall’Ue. Il primo ministro Matteo Renzi e la ministra della difesa Roberta Pinotti, tuttavia, sembrano essere entrambi dalla parte dei buoni, perciò si può ancora sperare che l’operazione continui.

L’Ue, naturalmente, agisce con la sua solita combinazione di codardia e confusione. Il governo britannico sta facendo ricorso ancora una volta alla politica dei messaggi mirati: si aspetta che i destinatari di questi messaggi, ossia quelli che stanno abbandonando il Partito conservatore del premier David Cameron per aderire all’United Kingdom independence party (Ukip), schierato contro l’immigrazione, capiscano che il governo vuole davvero annegare i profughi, non salvarli.

Anche molti altri governi europei vogliono annegare i migranti: i costi delle operazioni sono troppo bassi per spiegare questa decisione. Questo cinismo può essere contrastato, almeno per il momento, da italiani ammirevoli come Filippo Maria Foffi, ma l’Ue sta davvero parlando di uccidere delle persone. O lasciarle morire, se preferite, ma alla fin fine il risultato è lo stesso.

Tra quanto tempo cominceranno a uccidere attivamente la gente in fuga dalle guerre, dalla fame e dai cambiamenti climatici lungo la frontiera mediterranea dell’Europa (e lungo la frontiera marittima settentrionale dell’Australia, il confine tra Stati Uniti e Messico e, probabilmente, il confine settentrionale del Sudafrica)? Probabilmente tra dieci o quindici anni. A quel punto ci saremo tutti abituati all’idea.

(Traduzione di Giusy Muzzopappa)

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