05 dicembre 2015 16:22

Creata e presentata dal giornalista canadese Geoff Keighley, la serata dei Game awards è un momento di consacrazione e promozione per l’industria dei videogiochi e i suoi seguaci, esattamente come gli Academy awards lo sono per il cinema e i suoi spettatori. L’ultima edizione degli Academy ha attribuito i quattro oscar principali a Birdman, il film di Alejandro Iñarritu che racconta di un attore in declino (Michael Keaton) e dei suoi giorni di rinascita in un teatro di Broadway. Il film è il 78º per incassi tra quelli usciti nel 2014. Gli altri film della serata, cioè Grand Budapest Hotel e Whiplash, sono rispettivamente 55º e 125º.

I premi di questo tipo sono delle rappresentazioni letterarie: delle storie entusiastiche ed esaltanti che raccontano un mondo più che fotografare un mercato. La cosa è anche comprensibile, visto che i gusti del grande pubblico sono sempre più prevedibili e noiosi delle innovazioni di qualsiasi linguaggio pop, e ribadire il successo costante di certi generi e prodotti non è interessante dal punto di vista narrativo.

Questi premi sono rappresentazioni letterarie, raccontano un mondo più che fotografare un mercato

La cerimonia si è svolta al Microsoft Theater, a Downtown a Los Angeles, è durata due ore e mezzo (compresa mezz’ora di pre-show), ed è andata in onda su qualsiasi piattaforma di streaming. I premi sono stati quasi tutti attribuiti da una giuria selezionata (per l’Italia, Federico Cella del Corriere), mentre al pubblico sono spettati e-sports, gioco più atteso, gamer più influente e miglior prodotto opera di fan. Ecco i premi principali e i momenti più interessanti della cerimonia.

Miglior gioco per famiglie: Super Mario maker
È una piattaforma per creare livelli di Super Mario, realizzata con la cura meticolosa di tutto quello che fa Nintendo, in particolare se inerente al mondo di Mario. Il gioco è un po’ più da impallinati di altri, ovviamente, perché i livelli sono creati dagli utenti. Ma gli utenti sono tanti e sono molto creativi, quindi si gioca con gusto a tutti i gradi di difficoltà. Alcuni livelli sono semplicemente incredibili. Ecco un esempio, ormai un classico della nevrosi ossessiva: la prima volta che un utente riesce, dopo il suo stesso creatore, a finire il livello Bomb Voyage.

Super Mario maker

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Miglior gioco di combattimento: Mortal kombat X
Un classico assoluto dei picchiaduro, celebre da sempre per le sue fatality splatter esilaranti. In questa nuova iterazione ad alta definizione sembrano uscite da un film di Takashi Miike. Per palati forti e amanti del genere, eccone un quarto d’ora.

Mortal kombat X

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Migliori gioco multiplayer e miglior sparatutto: Splatoon
Per qualsiasi genere, Nintendo ha un modo di intenderlo tutto suo: questo è un gioco in cui si spara, ma si spara vernice con un fucile; è un gioco multiplayer, ma senza chat vocale tra i giocatori. Eppure è un gioco Nintendo, quindi non solo è diverso dagli altri e gode della solita cura meticolosa dei particolari, ma regala una leggerezza e una profondità indiscutibili.

Miglior storia e miglior recitazione: Her story e Viva Seifert
Un caso di sparizione di un uomo da risolvere solo esaminando l’archivio della polizia: ore di vecchi interrogatori della moglie risalenti al 1994. I filmati non sono catalogati, e la ricerca di parole chiave rilevanti per il caso, necessaria per trovarli nel database, è il meccanismo con cui il gioco progredisce. Interpretato interamente dalla musicista londinese Viva Seifert, il gioco è opera di Sam Barlow, già direttore dei Climax studios di Southampton, ora tornato indipendente nei mezzi e nelle intenzioni. Ecco il trailer di Her story.

Il trailer di Her story

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Miglior gioco innovativo: Life is strange
Una delle cose migliori uscite nell’ultimo anno. Lo studio parigino Dontnod con il suo secondo prodotto originale è già capace di uno stile riconoscibile e di un’idea di gioco memorabile. Life is strange racconta (a puntate) la storia di una ragazza, Max Caulfield, che sa riavvolgere il tempo, frequenta un college in Oregon, forse deve impedire la fine del mondo, o forse solo evitare sofferenze alla persone che ha più care.

Miglior gioco indipendente e miglior gioco sportivo: Rocket league
I giochi di calcio e i giochi di sport hanno un successo costante e anche decisamente noioso. Ma l’idea di metterli insieme e fare un gioco di calcio online con le macchinine ha del perverso e del geniale. È venuta a uno studio di San Diego, Psyonix. Il risultato è irresistibile.

Miglior avventura d’azione e miglior colonna sonora: Metal gear solid 5
È uno dei migliori giochi dell’anno, l’opera finale della saga di Metal gear creata da Hideo Kojima. Essendo Kojima e Konami in guerra, l’editore del gioco gli ha vietato, tramite diffida di un avvocato, di andare a Los Angeles e partecipare alla cerimonia come autore del gioco. Questo dettaglio è stato raccontato dal presentatore della serata Geoff Keighley, dopo che Keifer Sutherland, che presta la voce al protagonista del gioco, ha ritirato il premio.

Miglior direzione artistica: Ori and the blind forest
I Moon studios non hanno una sede: sono un gruppo di fuoriusciti dagli studio giganti passati al mondo indipendente. La favola avventurosa platform di Ori è il loro primo gioco, ed è stato pubblicato da Microsoft studios per Windows, Xbox360 e XboxOne. È un’opera visivamente unica.

Il prologo di Ori and the blind forest

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Premio alla carriera: Westwood studios
Lo studio di Las Vegas che ha inventato gli strategici in tempo reale negli anni Novanta ha giustamente ricevuto un tributo lungo e appassionato. Prima con Dune2 e poi con il gigantesco Command & conquer, quelli di Westwood hanno fatto nascere il filone da cui sono scaturiti giganti come World of warcraft, Age of the empires, e oggi League of legends e Dota.

Studio dell’anno e gioco dell’anno: Cd Projekt e The witcher 3
Cd Projekt è lo studio con il nome peggiore di tutti i tempi. Dalla Polonia ha intrapreso il progetto ambiziosissimo di creare un’avventura fantasy di massimo livello, capace di competere con quelle storiche e strutturate dei grandi studi internazionali. The Witcher 3 un gioco a mondo aperto ambientato nell’universo creato dallo scrittore Andrzej Sapkowski. Unici a offrire birra nel perbenismo californiano della fiera E3 che si tiene ogni anno a Los Angeles, i ragazzi di Varsavia raccolgono questo successo meritatissimo dopo tanti anni di lavoro estenuante. La loro è una storia di continuità e testardaggine che inizia nel 1994 quando i fondatori Marcin Iwiński and Michal Kiciński avevano vent’anni. Il gioco necessita di passione per il genere e decine di ore di gioco, ma è un’opera gigantesca che merita tanta stima. Quando Obama andò in Polonia l’anno scorso, citò The witcher nel suo discorso ufficiale.

Il trailer di The witcher 3

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Il giornalista videoludico Greg Miller, premiato dal pubblico come giocatore di tendenza dell’anno, ha ringraziato nel suo toccante discorso gli autori di videogiochi. “Non sarei la persona, non saremmo le persone che siamo oggi se non fosse per i videogiochi. Grazie a ciascuno di voi che fate videogiochi. Grazie per la vostra arte, e sappiate che vi saremo debitori per sempre”.

Il momento più commovente della serata è stato il ricordo di Satoru Iwata, la mente dietro ad alcuni dei prodotti Nintendo di maggiori successo di sempre, tra cui Wii e Ds, scomparso quest’estate. Dopo il ricordo di Keighley e del presidente di Nintendo Usa Reggie Fils-Aimé, Ben Harper ha cantato al pianoforte “Younger than today”.

Nel corso di questa edizione dei Game awards si sono visti parecchi trailer in anteprima e ci sono stati annunci interessanti.

Alcuni degli editori economicamente più solidi in assoluto non c’erano in questa cerimonia. Activision Blizzard non ha vinto nulla: i suoi titoli macinano troppi soldi da troppo tempo per essere accattivanti in una cerimonia del genere, quindi niente Call of duty, Destiny, Skylanders, World of warcraft o Starcraft. Lo stesso dicasi per Just dance o Assassin’s creed di Ubisoft, così come qualsiasi gioco sportivo di calcio o basket o macchine.

I Game awards non sono un congresso per addetti ai lavori che delinea lo stato dell’industria e del mercato dei videogiochi: sono anche loro una storia, un racconto basato sulla realtà, pieno di passione, innovazione, sogni, piccoli che si riscattano e grandi che vengono fischiati per la loro insensibilità. È questo che li rende così interessanti e ormai adatti al grande pubblico come gli Oscar.

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