24 agosto 2016 12:58

Che cosa è un terremoto?
Lo strato più superficiale del nostro pianeta, cioè la crosta terrestre, è formato da più pezzi. Questi pezzi, o placche, si muovono lentamente, scivolando l’uno rispetto all’altro o scontrandosi. Poiché i bordi delle placche sono irregolari, rimangono bloccati dall’attrito, mentre il resto della placca tende a muoversi. Quando la tensione diventa eccessiva, i bordi delle due placche si “scollano” improvvisamente e si muovono, producendo un terremoto. Le faglie corrispondono alle linee di frattura della crosta terrestre. L’epicentro del terremoto è invece il punto in superficie che corrisponde all’inizio della frattura.

Come si misura?
Il terremoto viene misurato dal sismografo, uno strumento formato da due parti: una base a terra e una penna sospesa a una molla o una corda. Quando si verifica una scossa sismica, la base si muove, mentre la penna rimane ferma. L’ampiezza del movimento tra le due parti del sismografo indica la forza del terremoto, o magnitudo. Per la misurazione si usa in genere la scala Richter. Poiché la scala è logaritmica, un terremoto di grado 6 è molto più forte, di circa un fattore dieci, rispetto a uno di grado 5. La scala Mercalli misura invece gli effetti di un terremoto.

Perché l’Italia centrale è più vulnerabile?
L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia pubblica le mappe aggiornate dei terremoti in Italia. Le aree più colpite sono la Sicilia, le Alpi orientali e gli Appennini centromeridionali, ma anche l’Appennino centrosettentrionale e il Gargano. L’Italia è particolarmente soggetta ai terremoti perché è al confine tra la placca africana e quella euroasiatica.

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