Luigi Manconi

È senatore del Partito democratico, sociologo e dirige l’associazione A buon diritto.

Abusi di polizia e pezzi di verità

Qualcosa si muove dentro il mondo delle forze dell’ordine, ma le contraddizioni sono ancora vive. Una lettera di Luigi Manconi alla vigilia del secondo processo per la morte di Stefano Cucchi. Leggi

Il dolore del paziente deve essere centrale quando si parla di eutanasia

A parte l’ilare futilità di alcuni, l’attuale discussione sull’eutanasia dei minori risulta assai interessante. La stessa contrapposizione, per così dire, tra favorevoli e contrari si è rivelata per una volta – e provvidenzialmente – meno rigida e più problematica di quanto fosse apparsa in precedenza. Leggi

Gli italiani sono razzisti?

Anche se si può serenamente affermare che l’Italia non è razzista, all’interno dell’Italia si ritrovano, eccome, forme e manifestazioni di razzismo. Non si tratta affatto di questioni di lana caprina, bensì di una delicatissima rilevazione sociale che richiede un’attenta capacità di analisi. Leggi

Il linguaggio dell’odio e il razzismo

Aver accettato – come tutti abbiamo accettato – che appena al di là dei confini nazionali, nell’ultimo quarto di secolo si consumasse una strage ininterrotta di migranti e profughi, affogati nel Mediterraneo, costituisce un efficace metro di valutazione della tenuta dei principi ai quali diciamo di ispirarci. Leggi

Come trasformare le migrazioni in una opportunità

C’è un divario drammatico tra le esigenze e le aspettative originate dal fenomeno globale dei flussi migratori e la realtà politica in cui ci muoviamo. L’Italia deve cogliere l’occasione per dare voce e corpo al principio della solidarietà tra gli stati membri dell’Unione europea, insistendo per trovare un politica condivisa sull’immigrazione. Leggi

Aiutateci a non diventare razzisti

Tra le molte parole dette e scritte e urlate che accompagnano i piccoli tumulti di Quinto di Treviso e di Casale San Nicola, a Roma, due frasi si impongono e si inseguono in una apparente violenta contraddizione. La prima: fuori gli immigrati. La seconda: non siamo razzisti.  Leggi

Il caso Uva è in cerca di verità da anni

Giuseppe Uva, di mestiere gruista, è morto il 14 giugno 2008, nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Circolo, dopo aver passato una notte nella caserma dei carabinieri di via Saffi a Varese. Lottando contro omertà, pigrizia e conformismo la sorella Lucia continua a cercare di sapere cos’è successo quella notte. Leggi

Il senso di colpa aiuta la società

Assisto, inquieto e tuttavia ammirato, al trionfo finale del Cattivismo. Ma cosa intendo con questo termine? Il Cattivismo nasce come rovesciamento materiale di un presunto sentimento trasformato in una retorica che si vorrebbe dominante: il Buonismo. Leggi

Niente e nessuno fermerà quel bambino nel trolley

La favola crudele del “bambino nel trolley” – terribilmente vera come quasi tutte le favole – dovrebbe costituire un messaggio politico definitivo e un inappellabile monito morale. Ma di fronte a questi esseri umani in fuga, l’Italia preferisce invocare il vecchio bellicismo, invece che sollecitare politiche europee mature e lungimiranti. Leggi

Cercando la verità sulla tragedia del Moby Prince

È terribilmente difficile intendere cosa sia la politica, soprattutto quella parlamentare e istituzionale, come concreta amministrazione della cosa pubblica, nella sua complessa e silenziosa prassi quotidiana. E, soprattutto, quale dilatazione dei tempi e quale deformazione dei modi, quella politica possa determinare. Leggi

Dalla parte dei rom

I nomadi sono quelli che stanno nei campi nomadi. Una sorta di profezia che si autoavvera. Quindi, se è vero che i nomadi sono quelli che stanno nei campi nomadi, risulta trascurabile il motivo della loro presenza lì. Una libera scelta? L’effetto di una discriminazione? L’assenza di alternative? Eppure, rispondere a queste domande è tanto più ineludibile quanto più i dati ci parlano di una realtà sorprendente. Leggi

Questa legge sulla tortura è mediocre, ma è meglio di niente

Proprio in queste ore, la camera dei deputati sta esaminando una proposta di legge finalizzata a introdurre nel codice penale il reato di tortura. Ciò avviene – non dimentichiamolo – con un ritardo che supera il quarto di secolo. Ovvero trentun anni dopo che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti; e ventisette anni dopo la ratifica di quella convenzione da parte del parlamento italiano. Leggi

I rom sono il capro espiatorio perfetto

Se è vero che i rom sono tra i gruppi più discriminati nel nostro paese (forse il più discriminato), ogni occasione può essere utile per provare a smontare quella macchina di pregiudizio e di stigmatizzazione, di stereotipi e di luoghi comuni che ha consentito la diffusione di una così aggressiva ostilità. Leggi

Perché in Italia tutti hanno paura della polizia

Il fatto grave, che spiega tante cose e anche la mancata introduzione del reato di tortura, è che resiste nel paese, e nei suoi gruppi dirigenti, una forma diffusa di preoccupazione non per ciò che le polizie, in nome e in forza della legge possono compiere, ma per ciò che possono compiere contro la legge. Leggi

Smettiamola di tollerare gli intolleranti

Il sistema democratico è quello dove la libertà di espressione e di parola trova il suo massimo riconoscimento e prevede le tutele più robuste per la sua piena affermazione. Al contempo è proprio il sistema democratico quello in cui la libertà di espressione e di parola è più frequentemente sottoposta a tensioni e messa alla prova da controversie intorno all’esistenza o meno di vincoli e limiti al suo incondizionato dispiegarsi. Leggi

Il carcere va abolito

Dovrebbe rieducare e invece serve solo a punire, aumentano i suicidi e i casi di recidivi. Anche se nella mentalità collettiva non è immaginabile una pena che prescinda dalla reclusione, non è sempre stato così. Leggi

Con i fascisti non si discute

Sarà stato un decennio fa quando, un pomeriggio di un giorno di maggio, ricevo una telefonata di Tullia Zevi, la più autorevole esponente dell’ebraismo italiano. È particolarmente turbata e mi spiega il motivo. Ha appena ricevuto l’invito da parte del notissimo conduttore di una notissima trasmissione a partecipare a un dibattito televisivo. Leggi

La lezione di stile di Giorgio Napolitano

Pensateci un momento. Tra tutti i discorsi ufficiali e solenni della letteratura politica (e che cosa è più ufficiale e solenne della parola del capo dello stato?), quello che deve annunciare le dimissioni è probabilmente il più arduo. Leggi

Confesso: ho parlato con Salvatore Buzzi

Tra le moltissime persone intercettate, il mio nome non compare. E nella moltitudine di quanti hanno intrattenuto rapporti con Salvatore Buzzi e che ora se la danno a gambe levate o nicchiano, negano vigorosamente o glissano, io non risulto. Ma se c’è qualcosa da confessare, eccomi qua. Leggi

Quattro motivi per seguire due elezioni di cui altrimenti non ci importerebbe nulla

Per noi che non abitiamo né in Emilia-Romagna né in Calabria sono quattro le ragioni di interesse per la scadenza elettorale di oggi, che in ogni caso riguarda più di cinque milioni di italiani. Leggi

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