Il colonnello Assimi Goita (al centro), capo della giunta militare del Mali. (Ap/LaPresse)

L’esercito maliano ha annunciato il 14 novembre la conquista della città strategica di Kidal, nel nordest del paese, controllata da anni dai separatisti tuareg.

La conquista di Kidal rappresenta un successo importante per la giunta militare al potere, in un momento in cui il paese sta affrontando una profonda crisi politica e di sicurezza.

Decine di persone sono scese in piazza a Bamako per festeggiare. La giunta militare del Burkina Faso, un paese alleato, ha definito la conquista di Kidal un “punto di svolta nella lotta contro i gruppi armati nel Sahel”.

La settimana scorsa l’esercito maliano aveva lanciato un’offensiva di terra nella regione, supportata da aerei e droni. Secondo alcune fonti, all’offensiva hanno partecipato anche mercenari del gruppo russo Wagner, ma la giunta militare ha smentito.

“Oggi le nostre forze armate hanno conquistato Kidal”, ha annunciato in tv il capo della giunta, il colonnello Assimi Goita.

Il Quadro strategico permanente per la pace, la sicurezza e lo sviluppo (Csp-Psd), un’alleanza di gruppi ribelli tuareg, ha confermato in un comunicato la perdita di Kidal, parlando di “ritiro strategico dopo aver inflitto grandi perdite al nemico”.

“La guerra continua”, ha aggiunto il Csp-Psd.

Punto di passaggio per l’Algeria

Kidal, città con una lunga tradizione di rivolte separatiste e punto di passaggio verso l’Algeria, è stata abbandonata da tempo dalla maggior parte degli abitanti.

I separatisti tuareg avevano assunto il controllo definitivo di Kidal nel maggio 2014, in occasione di una visita dell’allora primo ministro Moussa Mara.

I separatisti avevano poi raggiunto un accordo di cessate il fuoco con il governo centrale e da allora hanno garantito la sicurezza a Kidal. I jihadisti, invece, hanno continuato a combattere contro le autorità maliane e qualunque presenza straniera, estendendo le loro attività al centro del paese e agli stati confinanti.

Il recente ritiro della Minusma, la missione delle Nazioni Unite nel paese, chiesto dalla giunta militare, ha alimentato una corsa al controllo del territorio a cui hanno partecipato separatisti, jihadisti ed esercito regolare.

Non è disponibile un bilancio delle vittime dei combattimenti, ma Goita ha dichiarato che l’esercito ha inflitto “pesanti perdite al nemico”.

“La nostra missione non è finita”, ha aggiunto il capo della giunta. “L’obiettivo è garantire la sicurezza in tutto il Mali”.