Un bombardamento israeliano a Khan Yunis visto da Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, l’8 febbraio 2024. (Mahmud Hams, Afp)

Il 9 febbraio l’esercito israeliano ha bombardato Rafah, città nel sud della Striscia di Gaza che ospita più di un milione di sfollati palestinesi, mentre il presidente statunitense Joe Biden ha definito “eccessiva” la risposta d’Israele e Washington ha avvertito che la catastrofe umanitaria potrebbe aggravarsi.

La tensione rimane alta in tutta la regione. Nella notte il gruppo libanese Hezbollah ha lanciato alcuni razzi verso il nord d’Israele in risposta a un raid aereo israeliano, mentre l’esercito statunitense ha colpito nuovamente le posizioni dei ribelli huthi nello Yemen.

Il segretario di stato statunitense Antony Blinken, che l’8 febbraio ha concluso un tour nella regione il cui obiettivo era ottenere una tregua, ha chiesto a Israele di fare di più per proteggere i civili nella Striscia di Gaza, e in particolare a Rafah.

Dopo le operazioni di terra nelle città di Gaza e Khan Yunis, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato all’esercito di prepararsi per un’operazione simile a Rafah, al confine con l’Egitto, dove vivono ammassati 1,3 milioni di palestinesi, in grande maggioranza sfollati.

L’8 febbraio Washington ha messo in guardia da una “catastrofe umanitaria” a Rafah e ha fatto sapere che non sosterrà un’operazione “che non tenga nel dovuto conto la sicurezza dei civili”.

“Considero eccessiva la risposta israeliana all’attacco di Hamas del 7 ottobre”, ha affermato il presidente statunitense Joe Biden in una rara critica a Israele.

Anche il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha lanciato l’allarme per la prevista operazione di terra a Rafah. “Aggraverebbe ulteriormente l’incubo che stanno vivendo i palestinesi, con conseguenze incalcolabili”, ha scritto sul social network X.

L’8 febbraio la Mezzaluna rossa palestinese ha affermato che tre bambini sono rimasti uccisi in un bombardamento israeliano a Rafah.

Secondo le autorità di Hamas, l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza ha causato finora la morte di 27.940 persone, più dell’1 per cento della popolazione del territorio. L’attacco di Hamas del 7 ottobre ha invece causato circa 1.140 vittime in Israele, secondo un conteggio dell’Afp basato sugli ultimi dati israeliani disponibili.

Intanto, l’8 febbraio è cominciato al Cairo un nuovo ciclo di negoziati, promosso dall’Egitto e dal Qatar e a cui partecipa Hamas, per ottenere una tregua nella Striscia di Gaza e favorire uno scambio tra ostaggi e prigionieri.

Lo stesso giorno l’Arabia Saudita ha ricevuto i ministri degli esteri di Qatar, Egitto, Giordania ed Emirati Arabi Uniti, oltre a Hussein al Sheikh, un alto funzionario dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp), per discutere della situazione a Gaza.

Secondo l’agenzia saudita Spa, si è parlato di una tregua e di passi concreti per creare uno stato palestinese.