Manifestazione per il “giorno della memoria” in ricordo delle vittime della dittatura (1976-83) in Argentina, il 24 marzo 2024 a Buenos Aires. (Emiliano Lasalvia, Afp)

Decine di migliaia di argentini hanno manifestato il 24 marzo, nel giorno del ricordo delle vittime della dittatura (1976-83), per dire “mai più” con messaggi rivolti al governo Milei, che contesta addirittura il numero dei morti e delle persone scomparse a causa della repressione della giunta militare.

Il centro di Buenos Aires si è bloccato, una marea di persone ha occupato i viali che conducono alla simbolica plaza de Mayo, in una delle manifestazioni più partecipate degli ultimi anni nel tradizionale “giorno della memoria”.

Il 24 marzo si ricorda il colpo di stato che portò al governo la giunta militare nel 1976. Secondo un rapporto delle organizzazioni per i diritti umani, la repressione della dittatura ha provocato 30mila morti e persone scomparse nel paese. Ma questo numero è sempre più apertamente contestato dal governo del presidente Javier Milei, che parla di meno di novemila vittime.

“Davvero 30mila!”; “Tutto è conservato nella memoria!”; “Sì alla memoria, no alla paura!”, “Sì ai diritti, no alla destra”, dicevano degli striscioni e dei cartelli, accanto ai ritratti dei desaparecidos.

In occasione della “giornata della memoria”, il governo ha diffuso un video di dodici minuti in cui espone la “sua versione” del bilancio della dittatura, parla delle vittime della guerriglia di sinistra e contesta ancora una volta la cifra di 30mila vittime e persone scomparse, affermando che c’è stato un “commercio di scomparsi” per finanziare le ong per i diritti umani negli anni successivi alla dittatura.

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“Oggi più che mai dobbiamo difendere la memoria e scendere in piazza contro la violenza perpetrata da questo governo”, ha dichiarato all’Afp María Gianni, una manifestante di 31 anni. “Dobbiamo sostenere le madri e le nonne (delle persone scomparse) che hanno combattuto a suo tempo”.

Queste madri sono le protagoniste di ogni 24 marzo, come Estela de Carlotto (93 anni), madre di una persona scomparsa e che nel 2014 ha ritrovato suo nipote, uno dei “bambini rubati” sotto la dittatura. “Non siamo nemici di nessuno”, ha dichiarato Estela de Carlotto. “Ma di fronte a un governo che ci offende (…), il popolo è più chiaro che mai”, ha aggiunto, dicendosi “molto commossa” per la portata della mobilitazione.

Per la prima volta quest’anno le principali organizzazioni sindacali hanno partecipato alla manifestazione del 24 marzo, un’occasione tradizionalmente apolitica. C’erano messaggi contro la “povertà programmata” in un clima di austerità introdotta tre mesi fa dal governo ultraliberista di Javier Milei.