Zinyange Auntony, Afp

Il presidente dello Zimbabwe Emmerson Mnangagwa ha proclamato il 3 aprile lo stato di calamità nazionale a causa della grave siccità, alimentata dal fenomeno climatico del Niño, che minaccia milioni di persone.

Lo Zimbabwe è il terzo paese dell’Africa meridionale, dopo il Malawi e lo Zambia, a proclamare lo stato d’emergenza per la siccità.

“Dichiaro lo stato di calamità nazionale”, ha affermato Mnangagwa nel corso di una conferenza stampa. Lo scopo della misura è mettere a disposizione risorse eccezionali per affrontare la crisi.

“Nessun abitante dello Zimbabwe dovrebbe soffrire la fame, ma 2,7 milioni di persone sono a rischio”, ha dichiarato Mnangagwa. “Secondo le stime, i raccolti di cereali permetteranno di sfamare poco più del 50 per cento della popolazione”.

Non potendo rifornirsi in Malawi e Zambia, lo Zimbabwe ha cominciato a importare mais geneticamente modificato dal Sudafrica.

Tafadzwa Mabhaudhi, esperto di clima e agricoltura dell’università sudafricana del KwaZulu-Natal, ha sottolineato però che il suo paese ha un surplus di mais limitato che può destinare ai suoi vicini.

“L’importazione di mais sudafricano farà lievitare i prezzi dei generi alimentari, con conseguenze negative per la popolazione”, ha dichiarato all’Afp.

Passaggio al sorgo

Il governo zimbabweano sta incoraggiando gli agricoltori a coltivare cereali più resistenti, tra cui il sorgo, e punta a completare in tempi rapidi la costruzione di due dighe nella provincia del Mashonaland Centrale (nord).

All’inizio di marzo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) aveva avvertito che le condizioni climatiche generalmente secche in Africa meridionale, alimentate dal fenomeno del Niño, “aggraveranno l’insicurezza alimentare”.

“Le principali regioni agricole di Malawi, Mozambico, Namibia, Zambia e Zimbabwe hanno registrato solo l’80 per cento delle precipitazioni medie del periodo novembre 2023-febbraio 2024”, ha affermato la Fao.