L’ambasciata messicana a Quito, il 7 aprile 2024. (Rodrigo Buendia, Afp)

Il 7 aprile il Messico ha annunciato un ricorso alla Corte internazionale di giustizia (Cig), il più alto tribunale delle Nazioni Unite, dopo un raid della polizia nella sua ambasciata in Ecuador che ha portato alla rottura delle relazioni diplomatiche tra i due paesi.

Poco prima il personale diplomatico messicano aveva lasciato l’Ecuador, due giorni dopo l’irruzione della polizia per arrestare un ex vicepresidente ecuadoriano che si era rifugiato nell’ambasciata.

“Domani presenteremo ricorso alla Corte internazionale di giustizia”, ha dichiarato la ministra degli esteri messicana Alicia Bárcena.

“Penso che i giudici ci daranno ragione in tempi rapidi”, ha aggiunto.

I diplomatici e i loro familiari si sono imbarcati su un volo commerciale dopo essere stati accompagnati all’aeroporto di Quito dagli ambasciatori di Germania, Panamá, Cuba e Honduras, ha affermato il ministero degli esteri messicano.

Il 5 aprile la polizia ecuadoriana aveva fatto irruzione nell’ambasciata messicana a Quito per arrestare l’ex vicepresidente ecuadoriano Jorge Glas (2013-2017), che si era rifugiato nella sede diplomatica per sfuggire a un mandato d’arresto per corruzione.

Subito dopo il Messico ha annunciato la rottura delle relazioni diplomatiche con l’Ecuador, seguito dal Nicaragua.

Il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador ha denunciato una “flagrante violazione del diritto internazionale e della sovranità del Messico”.

Il raid è stato criticato dai governi di sinistra dell’America Latina, dal Brasile al Venezuela e al Cile, e perfino dall’Argentina, guidata dal presidente ultraliberista Javier Milei, nonché dall’Organizzazione degli stati americani e dall’Unione europea.

La presidente dell’Honduras Xiomara Castro, che ha la presidenza di turno della Comunità degli stati latinoamericani e dei Caraibi (Celac), ha indetto una riunione d’emergenza l’8 aprile.

Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres si è detto “allarmato” e ha dichiarato, attraverso un suo portavoce, che qualsiasi violazione dello status delle sedi diplomatiche, garantito dalla convenzione di Vienna del 1961, “minaccia le relazioni internazionali”.

Glas, 54 anni, è stato trasferito il 6 aprile in una prigione di massima sicurezza a Guayaquil, secondo fonti governative ecuadoriane.

“Temo che possano ucciderlo”, ha affermato Roberto Canseco, il capo della missione diplomatica messicana.

Il 5 aprile il Messico aveva concesso l’asilo a Glas, rifugiato dal 17 dicembre nella sua ambasciata a Quito.

Quito aveva reagito alla concessione dell’asilo denunciando un’interferenza illecita nei suoi affari interni.