07 marzo 2018 09:23

La settimana scorsa bella sorpresa finale al recital del pianista scozzese Steven Osborne, alla sempre benemerita Iuc (non stiamo parlando di musica cosiddetta leggera ma di musica cosiddetta classica). Prima c’è stato il previsto, serio e interessante programma (Sarcasmes di Prokofev, Miroirs di Ravel, la sonata in si minore di Berg e l’ottava sonata di Prokofev). Poi, dopo molti, meritati applausi, è arrivato un bis: anziché l’ovvio, prevedibile pezzo di musica affine a quella del concerto, Osborne ha tirato fuori dal cappello la #canzonedelgiorno, My foolish heart, suonata, per dirla con lui, “alla maniera di Bill Evans”.

È stata un’ideona: innanzi tutto vedere spuntare un colosso del pianoforte jazz (per me IL colosso) ha colto in contropiede il pubblico, abituato alla rigida etichetta del concerto classico. E poi abbiamo avuto un momento di relax dopo una serata di musica impegnativa, e un omaggio a un artista immenso.

La versione di Spotify è dalle registrazioni del trio di Bill Evans al Village Vanguard nel 1961, che per una lunga serie di motivi è roba che dovreste avere tutti in casa e ascoltare molto spesso. Fatelo.

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