27 aprile 2019 14:08

Aldous Harding, Fixture picture
Per apprezzare una canzone non è fondamentale capirla. Prendete i brani dei R.E.M.: i testi di Michael Stipe non hanno bisogno di seguire sempre un filo logico per emozionare l’ascoltatore. Ogni volta che risento E-bow the letter, il verso “Aluminum, tastes like fear” mi fa restare di sasso. Sai esattamente di cosa ti sta parlando Stipe, ma non è facile spiegarlo. Non voglio fare paragoni blasfemi, ma la cantautrice neozelandese Aldous Harding ha un modo simile di scrivere, anche se ovviamente non raggiunge i livelli dei R.E.M.. Le sue canzoni sono come piccoli enigmi lasciati lungo la strada.

Fixture picture, il pezzo che apre il suo nuovo album Designer, è un ottimo esempio. Si capisce che parla di una relazione tra due persone, ma è piena di immagini surreali che sfidano la logica. La sua voce, le chitarre alla Neil Young e i saliscendi degli accordi seguono questa strada un po’ tortuosa. Ci sono altri piccoli enigmi in Designer, ed è bello perdercisi dentro. Da Zoo eyes, dove l’autrice confessa di essersi persa a Dubai e dice “I drove my inner child to a show” (ho accompagnato il mio bambino interiore a uno spettacolo), al singolo The barrel, nel quale una botte e un fiammifero diventano una metafora dell’amore (almeno credo di aver capito così), o la conclusiva Pilot, un pezzo per piano e voce che invoca Camus.

La cosa curiosa è che gli arrangiamenti del disco sono molto più decifrabili dei testi. Seguono le regole classiche del pop psichedelico anni sessanta, con chitarre acustiche, violini e fiati. È proprio il contrasto tra la criptica oscurità nascosta nelle canzoni e la solarità dei suoni a essere affascinante. Del resto si era già capito che Harding era un’autrice intensa e originale: basta riguardare la sua performance televisiva alla Bbc di due anni fa. È bello essere disorientati. E lei sa come disorientarci ogni volta.

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Flying Lotus, Spontaneous (feat. Little dragon)
Flying Lotus è uno degli artisti più importanti dell’elettronica e dell’hip hop contemporaneo. Da anni ha abbattuto i paletti del genere, sconfinando nel jazz. Il suo nuovo singolo Spontaneous, che anticipa il disco Flamagra in arrivo il 24 maggio, sembra veleggiare più attorno al neo soul di Erykah Badu, anche grazie all’ottimo lavoro fatto dalla cantante dei Little Dragon Yukimi Nagano.

Nel nuovo disco di FlyLo, come lo chiamano i critici, ci sono tanti altri ospiti: David Lynch (protagonista dello spoken word Fire is coming, già uscito su YouTube) Anderson .Paak, George Clinton, Tierra Whack, gli Shabazz Palaces e altri.

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03 Greedo, 1o purple summers
Quella del rapper californiano 03 Greedo è una storia complicata. Originario di Watts, il musicista statunitense è considerato uno degli innovatori dell’hip hop underground di Los Angeles. Nel 2018 ha raggiunto una certa notorietà, ma è anche stato condannato a vent’anni di carcere per traffico di droga. Per questo negli ultimi mesi, prima di entrare in cella, ha registrato un sacco di brani da pubblicare mentre sconta la pena a Fort Stockton, in Texas.

Le canzoni di 03 Greedo raccontano in modo crudo, con un linguaggio sboccato ma anche una discreta ironia la vita nei projects, i quartieri popolari abitati soprattutto dai neri statunitensi. La produzione è affidata a DJ Mustard, autore di beat minimalisti e grezzi. Il brano che apre l’album, 10 purple summers, ha sonorità solari, ma racconta una storia di solitudine e tradimenti tra amici.

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Priestess, Brava
A proposito di rime, uno dei migliori dischi rap italiani del 2019, per ora, l’ha fatto una donna. Che la pugliese Priestess fosse brava lo sapevamo da tempo, dopo aver ascoltato i vari singoli che ha pubblicato in questi anni. Ma in Brava Priestess ha superato anche la prova dell’album. La ragazza, 23 anni, ha talento e ha alle spalle produttori e rapper dell’etichetta Tanta Roba (quella di Gemitaiz e Madman), che le hanno dato una mano nel costruire i brani del suo disco d’esordio.

Nell’album ci sono alcuni dei singoli già pubblicati finora come Eva, Fata Morgana e Brigitte, ma anche inediti interessanti come il pezzo che dà il titolo al lavoro, Brava, che tra una citazione di Eyes wide shut e una di Pulp fiction dà una lezione di flow niente male.

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Bruce Springsteen, Hello sunshine
Bruce Springsteen sembra pronto a entrare nella terza età, musicalmente. Biologicamente non se ne parla, perché il cantautore del New Jersey dimostra almeno dieci anni di meno ed è ancora uno dei migliori performer (se non il migliore) viventi. Ma con il suo nuovo disco, intitolato Western stars e previsto per il 14 giugno, il Boss sembra pronto a pubblicare un disco da vecchio country man, con l’occhio rivolto verso l’orizzonte dopo una passeggiata a cavallo.

Il primo estratto dell’album, che a quanto pare è stato composto nello stesso periodo di Wrecking ball, è Hello sunshine. È un pezzo solare, che ricorda (come ha detto lo stesso Springsteen) il country di Glen Campbell e il pop di Burt Bacharach, ma anche la mitica Everybody’s talkin’ (famosa soprattutto per la colonna sonora di Un uomo da marciapiede), come ha fatto notare giustamente Gianni Sibilla su Rockol. Il testo e l’immaginario invece sono tipicamente springsteeniani, tra immagini di strade vuote e l’eco lontano della depressione, un male ereditato dal padre.

Il pezzo è ben confezionato, ma dopo sette anni di attesa (Wrecking ball è del 2012, il successivo High hopes era una raccolta) sinceramente mi aspettavo qualcosa di più sostanzioso. Chissà però che questo nuovo disco non faccia venir voglia a Springsteen di tornare in tour, magari in versione solista come ai tempi di The ghost of Tom Joad o Devils & dust

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P.S. Playlist aggiornata, buon ascolto e auguri anticipati per il primo maggio!

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