04 luglio 2017 15:52

Inutile girarci intorno. Con mostruoso ritardo vogliamo rendere un umilissimo omaggio al grande Paolo Villaggio, scrittore, autore, attore ma soprattutto ed evidentemente una persona libera. Lasciamo le interpretazioni sociologiche a penne più illustri. Inutile anche l’operazione di cominciare a citare le mille e una battuta dei suoi film. Soprattutto per alcune generazioni a cui i personaggi inventati e/o impersonati da Paolo Villaggio sono entrati sotto la pelle e che sui suoi film sono pronti a rispondere a ogni quiz. Tanto vale andare sul personale.

Nel lontano autunno del 1985, come spesso succedeva, la tv, non mi ricordo quale canale, ripropose in rapida successione gli allora tre clamorosi film di Fantozzi: Fantozzi, Il secondo tragico Fantozzi e Fantozzi contro tutti. L’anno scolastico, appena cominciato, finì inesorabilmente e tragicamente in farsa. Ogni professore, anche il più umano, si trasformò immediatamente nel megadirettore di turno e ognuno di noi studenti (non tutti ovviamente, solo i più sensibili) nei tragici eroi costretti ad affrontare un mondo che subivano senza ribellarsi se non con conseguenze ancora più tragiche.

Ogni interrogazione di greco, latino, geografia o matematica, ogni domanda dal posto, si trasformava in un dialogo tragicomico tra Fantozzi (o anche Fracchia) e il suo aguzzino. Mi ricordo che una prof, un’ottima persona e anche una donna di grandissima cultura, un giorno minacciò: “Il prossimo che fa la voce di Fantozzi lo boccio!”. Quasi all’unisono da quel gruppetto di ragazzi sensibili si sollevò la citazione per eccellenza: “Com’è umana lei!”. Evidentemente non c’era niente da fare. Per fortuna la prof (che probabilmente si fece anche una risata) non mise in atto la sua minaccia. Certo, qualcuno di quei sensibili ragazzi fu bocciato, qualcun altro rimandato e qualche fortunato addirittura promosso. Ma Fantozzi e Fracchia rimasero in classe con noi fino all’agognata conclusione dell’anno scolastico.

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