NUOVE NOTIZIE
  • 04 Mag 2020 20.05

Il covid ha aumentato la mortalità in Italia del 49 per cento

L’Istituto nazionale di statistica (Istat) e l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) hanno pubblicato un nuovo rapporto sulla mortalità in Italia, prendendo in esame i dati della mortalità totale, cioè per qualsiasi causa, nei primi tre mesi del 2020 in 6.866 comuni, pari all’87 per cento dei 7.904 comuni italiani. È la prima volta che l’Istat fornisce questi dati riferiti a un numero così elevato di comuni.

Considerando il mese di marzo è stato registrato un aumento medio nazionale del 49,4 per cento dei decessi per tutte le cause. Prendendo il periodo che va dal primo decesso covid-19 segnalato al sistema di sorveglianza, il 20 febbraio, fino al 31 marzo, le morti sono passate da 65.592 (media del periodo tra il 2015 e il 2019) a 90.946, nel 2020. L’eccesso dei decessi è di 25.354 unità, di questi il 54 per cento erano persone con diagnosi accertata di covid-19.

Nel primo trimestre dell’anno, la mortalità direttamente attribuibile al covid-19 è stata di circa 13.700 decessi. Ci sono poi altri 11.600 morti per le quali al momento si possono ipotizzare tre possibili cause:

  • una mortalità associata al covid-19 di persone a cui non è stato fatto il tampone;
  • una mortalità indiretta correlata al covid-19 (decessi dovuti a disfunzioni di organi come il cuore o i reni, probabili conseguenze della malattia scatenata dal virus in persone non testate);
  • una quota di mortalità indiretta non correlata al virus, ma causata dalla crisi del sistema ospedaliero e dal timore di recarsi in ospedale nelle aree più colpite dall’epidemia.

L’aumento dei decessi non è distribuito in modo uniforme, ma è concentrato nelle aree più colpite dall’epidemia. Il 91 per cento dell’eccesso di mortalità riscontrato a livello nazionale a marzo si concentra in 37 province dell’Italia del nord più Pesaro e Urbino. Nell’insieme di queste province, i decessi per tutte le cause sono più che raddoppiati rispetto alla media 2015-2019 del mese di marzo. Ma in alcune province la mortalità in eccesso è stata ancora più elevata: Bergamo (568 per cento), Cremona (391 per cento), Lodi (371 per cento), Brescia (291 per cento), Piacenza (264 per cento), Parma (208 per cento), Lecco (174 per cento), Pavia (133 per cento), Mantova (122 per cento), Pesaro e Urbino (120 per cento).

Nelle aree a media diffusione dell’epidemia (35 province concentrate soprattutto nel centro-nord) l’aumento delle morti per tutte le cause, sempre tra il 20 febbraio e il 31 marzo, è molto più contenuto, passa da 17.317 a 19.743 (2.426 in più rispetto alla media 2015-2019). Nelle aree a bassa diffusione del virus (per lo più del centro e del sud) i decessi del mese di marzo sono mediamente inferiori dell’1,8 per cento rispetto alla media dei cinque anni precedenti. A Roma il calo dei decessi è stato ancora più pronunciato, pari a -9,4 per cento.

La letalità più elevata, conferma l’Istat, si riscontra tra gli uomini in tutte le fasce di età, a eccezione della fascia 0-19 anni. Nel 34,7 per cento dei casi segnalati è presente almeno un’altra malattia tra quelle cardiovascolari e respiratorie, diabete, deficit immunitari, patologie metaboliche e oncologiche, obesità, malattie renali o altre patologie croniche.

  • 04 Mag 2020 19.00

Il Giappone estende lo stato di emergenza

In una conferenza stampa il 4 maggio, il primo ministro giapponese, Shinzo Abe, ha esteso lo stato di emergenza fino alla fine di maggio, per il timore che l’allentamento delle misure di contenimento possa causare una seconda ondata di contagi che graverebbe sugli ospedali già in difficoltà. Abe aveva dichiarato il 7 aprile lo stato di emergenza di un mese a Tokyo e in altre sette prefetture, poi esteso a tutto il paese. Le misure sono molto meno rigide di quelle introdotte negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei e non prevedono multe o altre punizioni per chi non le rispetta.

I casi confermati di covid-19 in Giappone sono 15.789 (dati aggiornati al 3 maggio) e 549 persone sono morte. Il numero di contagi giornalieri sembra essersi stabilizzato dopo il picco di 201 registrato il 17 aprile. Il paese però è stato criticato per aver fatto pochi tamponi: 1,3 ogni mille abitanti, contro i 12 della Corea del Sud e i 18 degli Stati Uniti.

Fonte: The Guardian

Diversi mezzi d’informazione locali hanno sottolineato anche un’altra conseguenza che la pandemia potrebbe avere in Giappone: spostare l’inizio dell’anno accademico da aprile a settembre, in linea con quasi tutto il resto del mondo. L’idea era già stata presa in considerazione diverse volte in passato, ed era stata sempre accantonata. Ma adesso, con le scuole chiuse dall’inizio di marzo come misura di precauzione contro il virus, alcuni studenti e governatori hanno riacceso il dibattito.

Più di ventimila persone hanno firmato una petizione online lanciata il 19 aprile da due liceali di Osaka. Per loro la modifica, pur richiedendo una serie di aggiustamenti sociali, avrebbe l’effetto di favorire gli scambi con l’estero e di riformare il sistema educativo e sociale. I critici, invece, sottolineano la necessità di concentrare gli sforzi sulla lotta al coronavirus e sulla promozione della didattica a distanza per eliminare le disuguaglianze che attraversano il sistema scolastico del paese.

  • 04 Mag 2020 18.22

Il punto sul coronavirus in Italia

Il 4 maggio, alle ore 18, la protezione civile ha presentato il bollettino sulla diffusione del nuovo coronavirus (Sars-cov-2) in Italia.

  • Il 4 maggio ci sono stati 1.221 nuovi contagi. Ieri erano stati 1.389. Le persone contagiate dall’inizio dell’epidemia sono 211.938, compresi i morti e i guariti.
  • Attualmente risultano positive 99.980 persone, 199 in meno rispetto al 3 maggio.
  • Il 4 maggio ci sono stati 195 decessi, 21 in più rispetto a ieri. In totale sono morte 29.079 persone.
  • Il numero dei guariti sale a 82.879 persone, 1.225 in più rispetto al 3 maggio.
  • A oggi 81.678 persone sono in isolamento domiciliare e 1.479 sono ricoverate in terapia intensiva, 22 in meno rispetto a ieri.
  • La situazione peggiore resta in Lombardia, dove 532 persone sono in terapia intensiva (come ieri). I casi di contagio dall’inizio dell’epidemia sono 78.105.
  • Oggi la regione che ha registrato più nuovi contagi è la Lombardia (577), davanti al Piemonte (192). L’Umbria, la Basilicata e il Molise non hanno registrato nuovi contagi.
  • Nelle ultime ventiquattr’ore in Italia sono stati effettuati 37.631 tamponi. Dall’inizio dell’epidemia ne sono stati effettuati 2.191.403.
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I dati diffusi dalla protezione civile, anche se utili, vanno letti con cautela. A volte mancano quelli di una o più regioni, e soprattutto non sono omogenei, cioè i criteri con cui sono raccolti non sono gli stessi in tutte le regioni.

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È cominciata oggi in Italia la cosiddetta fase 2, con il ritorno al lavoro di circa 4,4 milioni di persone. È possibile visitare i propri congiunti senza uscire dalla regione, oltre a fare passeggiate, correre e andare in bicicletta da soli o con figli minorenni.

Secondo un rapporto realizzato dall’Istat e dall’Istituto superiore di sanità, a marzo i decessi in Italia sono aumentati del 49,4 per cento rispetto allo stesso mese del 2019. Nella provincia di Bergamo l’aumento è stato del 568 per cento. Nel periodo tra il 20 febbraio e il 31 marzo ci sono stati 25.354 decessi in più, di cui solo 13.710 attribuiti ufficialmente al covid-19.

Il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha annunciato che sarà aumentata la quota di donne nel comitato tecnico-scientifico e nella task force per la ripartenza guidata da Vittorio Colao.

L’azienda italiana Takis ha annunciato che la prima fase della sperimentazione sui topi di un vaccino contro il coronavirus, effettuata presso l’istituto Spallanzani, ha dato esito positivo. La sperimentazione sugli esseri umani dovrebbe cominciare dopo l’estate. L’istituto ha però precisato che è troppo presto per fare ipotesi sull’efficacia del vaccino.

  • 04 Mag 2020 18.09

Chi deve usare le mascherine, dove e quali

Una guida per capire come orientarsi sull’uso delle mascherine ora che è cominciata la cosiddetta fase due.

Chi, dove e quando
Anche se né il ministero della salute né l’Organizzazione mondiale della sanità hanno dato indicazioni sull’obbligo all’aperto dell’uso di mascherine, è ormai diffusa la raccomandazione di indossarle quando si è a contatto con altre persone. Le singole regioni hanno dato indicazioni diverse a seconda della situazione.

Secondo il decreto del presidente del consiglio dei ministri (dpcm) del 26 aprile 2020 per contenere la diffusione del covid-19, è obbligatorio l’uso di “protezioni delle vie respiratorie nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, inclusi i mezzi di trasporto e comunque in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza. Non sono soggetti all’obbligo i bambini al di sotto dei sei anni, nonché i soggetti con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina”.

Quali mascherine
Le mascherine più diffuse sono quelle cosiddette chirurgiche, realizzate in carta o tessuto non tessuto. Non sono considerate dispositivi di protezione individuale (dpi): creano una barriera fisica e possono bloccare goccioline di particelle di grandi dimensioni, spruzzi o schizzi che possono contenere virus e batteri. Servono fondamentalmente a ridurre la trasmissione agli altri di saliva o di altre secrezioni respiratorie, ma non filtrano né bloccano particelle molto piccole. Sono un dispositivo usa e getta, a meno che non siamo contrassegnate con una lettera R. Il governo si è impegnato a renderle reperibili a 50 centesimi di euro e saranno vendute in 20mila supermercati e punti vendita della grande distribuzione, 30mila farmacie e parafarmacie, 50mila tabaccai.

Le mascherine di protezione delle vie respiratorie, veri dispositivi di protezione individuale (dpi), sono quelle Ffp1, Ffp2 e Ffp3. La sigla sta per filtering face piece e servono per la protezione da polveri nocive, aerosol, vapori organici e acidi o fumi quando la concentrazione di contaminante è al massimo 4,5 volte superiore al valore limite di soglia (Ffp1), fino a 10 volte il valore limite (Ffp2) e fino a 50 volte il valore limite (Ffp3). Sono costituite interamente o prevalentemente di materiale filtrante, coprono naso, bocca e possibilmente anche il mento. Possono avere una o più valvole di inspirazione e/o di espirazione che garantiscono una filtrazione per l’aria in entrata, ma non per quella in uscita. Quindi una persona positiva al covid-19 rischia comunque di contagiare altre persone se indossa una maschera dotata di valvola. Questo tipo di mascherine è consigliabile per attività professionali a rischio medio-alto: la Ffp2 è adatta per chi lavorando è esposto a rischi basso-moderati (soccorritori, biologi, personale del triage a contatto con persone potenzialmente contagiate, medici di medicina generale, forze dell’ordine); la Ffp3 è consigliata a chi è esposto ad alto rischio (lavoratori a contatto con contagiati).

Il dpcm del 26 aprile, infine, parla anche delle mascherine lavabili, anche autoprodotte, “in materiali multistrato idonei a fornire una adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate”. In pratica se composte da più strati di tessuto sono una protezione meccanica che può bloccare gli schizzi più grossolani, anche se la loro efficacia protettiva è limitata.

L’Istituto superiore di sanità ha ribadito quali sono le più efficaci misure di prevenzione da applicare sia nell’ambito sia comunitario sia sanitario:

  • praticare frequentemente l’igiene delle mani con acqua e sapone o, se questi non sono disponibili, con soluzioni/gel a base alcolica.
  • evitare di toccare gli occhi, il naso e la bocca con le mani;
  • tossire o starnutire all’interno del gomito con il braccio piegato o di un fazzoletto, preferibilmente monouso, che poi deve essere immediatamente eliminato;
  • indossare la mascherina chirurgica nel caso in cui si abbiano sintomi respiratori ed eseguire l’igiene delle mani dopo avere rimosso ed eliminato la mascherina;
  • evitare contatti ravvicinati mantenendo la distanza di almeno un metro dalle altre persone, in particolare con quelle con sintomi respiratori.

Leggi anche:

  • 04 Mag 2020 17.59

I timori dei palestinesi che lavorano in Israele

Circa 14.500 lavoratori palestinesi sono entrati in Israele la mattina del 3 maggio, nonostante i timori di esporsi al nuovo coronavirus. L’apertura dei valichi, che dovrebbe durare fino alla sera del 4 maggio, segue un accordo raggiunto da Israele con l’Autorità nazionale palestinese per consentire agli abitanti della Cisgiordania di andare a lavorare in Israele, dopo un mese di blocco imposto per arginare la diffusione del covid-19. Israele ha emesso in totale 39mila permessi di lavoro, principalmente nel settore edile e agricolo.

La decisione è stata presa nell’ambito di un allentamento delle restrizioni imposte per contenere la diffusione del nuovo coronavirus in Israele, dove finora sono stati registrati 16.237 casi e 234 decessi. Ma si teme che invece possa favorire un aumento dei contagi in Cisgiordania, dove sono risultate positive 353 persone, la maggior parte delle quali hanno avuto contatti con lavoratori in Israele o negli insediamenti israeliani. Per limitare i contagi, l’accordo prevede che i datori di lavoro forniscano ai dipendenti dispositivi di protezione, come guanti e mascherine. Inoltre i lavoratori palestinesi non potranno fare avanti e indietro con le loro case in Cisgiordania, come succede di solito, ma dovranno restare in Israele per almeno tre settimane.

Rami Mehdawi, portavoce del ministero del lavoro dell’Autorità nazionale palestinese, ha assicurato che il rientro dei lavoratori in Cisgiordania, previsto per la festa dell’Aid el Fitr, che segna la fine del Ramadan e quest’anno si celebra tra il 23 e il 24 maggio, sarà strettamente coordinato con Israele per evitare la diffusione dei contagi. Dall’inizio di marzo le autorità palestinesi hanno chiuso scuole e università e hanno imposto lo stato d’emergenza per garantire il rispetto del distanziamento sociale.

Circa centomila palestinesi hanno un permesso per lavorare in Israele e negli insediamenti israeliani illegali. Molti altri hanno impieghi informali. I salari che ricevono sono molto più alti di quelli della Cisgiordania, dove il tasso di disoccupazione è al 30 per cento e l’economia è indebolita da decenni di occupazione israeliana. Il mese scorso le autorità palestinesi e alcune organizzazioni per la difesa dei diritti umani hanno accusato gli israeliani di aver abbandonato ai posti di blocco alcuni lavoratori palestinesi che mostravano i sintomi del covid-19 e di aver consentito ad altri di rientrare in Cisgiordania sfuggendo al controllo delle autorità palestinesi.

  • 04 Mag 2020 17.00

Trump attacca la Cina e difende chi protesta contro il distanziamento

Alcuni uomini armati protestano contro le misure di contenimento a Lansing, in Michigan, il 30 aprile 2020. (Jeff Kowalsky, Afp)

Nella stessa intervista in cui ha detto che le morti per covid-19 negli Stati Uniti potrebbero arrivare almeno a centomila, il presidente Donald Trump ha ribadito di essere favorevole alla riapertura delle attività economiche. In alcuni casi, ha detto il presidente, i governatori non lo stanno facendo abbastanza in fretta. Ha fatto riferimento alla Virginia, governata dai democratici.

La maggior parte degli esperti pensa il contrario, cioè che il paese non sia pronto per il tipo di riapertura che si sta prospettando. I meno pronti sono proprio alcuni degli stati che hanno fatto ripartire l’economia per primi, come quelli del sud. Il 1 maggio è stato il secondo giorno con più contagiati dall’inizio dell’emergenza (circa 36mila). Anche se le zone che hanno sofferto di più nelle prime settimane (come New York) hanno superato la fase peggiore, il virus si sta diffondendo in zone finora meno toccate, e in molti stati che non hanno le risorse sanitarie per affrontare un’eventuale emergenza.

Dal 28 aprile i morti sono in calo, ma restano comunque più di mille al giorno. Al momento i casi accertati nel paese sono 1,2 milioni, i morti 68mila.

Secondo molti commentatori, nell’intenzione di Trump di usare l’emergenza coronavirus a fini politici rientrano anche gli attacchi dell’amministrazione contro il governo cinese, accusato non solo di aver nascosto per molto tempo la gravità del problema (tesi condivisa da molti funzionari di vari paesi) ma anche di aver creato il virus in laboratorio. Quest’ultima accusa sembra infondata, e finora sembra essere stata smentita anche dall’intelligence statunitense.

Inoltre Trump ha espresso di nuovo sostegno alle persone che in alcuni stati, in particolare in Michigan, manifestano contro le misure di distanziamento sociale. Secondo la governatrice dello stato, Gretchen Whitmer, alcuni dei manifestanti esibivano bandiere della confederazione sudista e svastiche. Alcuni di loro sono entrati nell’edificio che ospita il parlamento statale imbracciando armi da fuoco. Il 3 maggio Whitmer ha esteso fino al 15 maggio le misure di distanziamento sociale.

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Inoltre, segnala il New York Times, le proteste nate nelle ultime settimane si sono saldate con il movimento contro i vaccini. A mettere in comune i vari gruppi, spiega il giornale, è il richiamo alla libertà di scelta e la tesi secondo cui il governo non dovrebbe imporre scelte ai cittadini in materia di salute. È uno sviluppo preoccupante per gli scienziati, secondo cui questi messaggi potrebbero minare la fiducia in un futuro ed eventuale vaccino contro il nuovo coronavirus, quindi indebolendo ulteriormente la risposta degli Stati Uniti all’epidemia.

  • 04 Mag 2020 16.04

Quattrocento richiedenti asilo trasferiti dal campo di Lesbo

Il 3 maggio le autorità greche hanno trasferito 395 richiedenti asilo dal campo di Moria, sull’isola di Lesbo, verso altre strutture di accoglienza sulla terraferma. È il primo passo del piano di ricollocamento annunciato dal ministro dell’immigrazione Notis Mitarachi per ridurre il sovraffollamento dei campi sulle isole dell’Egeo orientale.

Diverse ong e recentemente anche l’Unione europea avevano chiesto al governo greco misure urgenti per evitare che i campi, dove circa 40mila persone vivono in condizioni igieniche e sanitarie gravemente insufficienti, rischino di trasformarsi in focolai di contagio. Per il momento Atene ha accettato di trasferirne solo 2.400.

In Grecia i contagi confermati sono 2.600. Finora nei campi sulle isole dell’Egeo non è stato registrato neanche un caso, ma sulla terraferma almeno 150 richiedenti asilo in tre strutture sono risultati positivi.

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  • 04 Mag 2020 12.33

La Nuova Zelanda è convinta di aver arginato il virus

Il 4 maggio è il primo giorno in cui non sono stati registrati nuovi casi di covid-19 in Nuova Zelanda da quando a metà marzo è stato imposto il lockdown in tutto il paese. Le rigide misure di contenimento sono state allentate a partire dal 28 aprile, ma alcune limitazioni restano in vigore. Molte attività, compresi negozi e ristoranti, sono chiusi, la maggior parte degli studenti continua con la didattica a distanza e la popolazione deve mantenere il distanziamento sociale.

“I dati sono incoraggianti, ma si riferiscono a un momento specifico”, ha detto Ashley Bloomfield, il direttore generale della sanità. “Il vero test arriverà durante la settimana, quando sarà trascorso il periodo d’incubazione del virus e il tempo che ci vuole perché le persone mostrino i primi sintomi, di solito cinque o sei giorni dopo l’esposizione”.

I casi di covid-19 in Nuova Zelanda sono stati 1.487 e venti persone sono morte. Sette persone sono ancora in ospedale. L’ultimo giorno senza nuovi contagi nel paese è stato il 16 marzo, qualche giorno prima del lockdown imposto dal 25. L’11 maggio il governo deciderà se allentare ulteriormente le restrizioni. L’approccio adottato dalla prima ministra Jacinda Ardern nei confronti dell’epidemia, basato su una strategia aggressiva per eliminare il virus e sulla vicinanza emotiva ai cittadini, è stato apprezzato nel paese e nel mondo.

  • 04 Mag 2020 11.29

In Amazzonia il virus rischia di sterminare i popoli indigeni

Il coronavirus è una minaccia estrema per i popoli indigeni del Brasile, ignorati dal presidente Bolsonaro e già esposti alla deforestazione delle loro terre e agli incendi. Un appello per salvarli. L’opinione di Pierre Haski.

Il virus potrebbe provocare un genocidio? A sollevare il dubbio è un appello firmato da diverse personalità internazionali che si interrogano sui rischi della pandemia per una delle popolazioni più fragili al mondo: gli ultimi indigeni dell’Amazzonia, in Brasile.

  • 04 Mag 2020 07.52

Le notizie di stamattina sul coronavirus

Scelte dalla redazione di Good Morning Italia

Una nuova pagina

Il lavoro riparte Oggi inizia la fase 2 e riaprono le aziende della manifattura, delle costruzioni e del commercio all’ingrosso legato ai settori in attività, con il ritorno al lavoro di oltre 4,4 milioni di dipendenti. Le imprese dovranno mettere i protocolli concordati per evitare la ripresa dei contagi (Corriere).

  • I cento giorni che hanno cambiato la nostra vita (Repubblica).

Muoversi in sicurezza Uso delle mascherine, entrate e uscite separate, percorsi nelle stazioni e distanziamento sociale sono alcune delle nuove regole per poter usufruire dei mezzi pubblici (Corriere).

Regole riviste Il Viminale ha inviato ai prefetti la circolare sull’applicazione delle nuove norme del decreto che è entrato in vigore a mezzanotte (Repubblica). C’è anche un nuovo modello di autocertificazione, anche se è ancora utilizzabile quello vecchio barrando le voci non più valide (Adnkronos).

  • “L’emergenza non è finita: siamo in una fase delicata”, ricorda la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, intervistata dalla Stampa.
  • Le regole per la fase 2 (Corriere).
  • Cosa apre e cosa si può fare (Ansa).

Avanti con giudizio In un post su Facebook il premier Giuseppe Conte ha invocato la responsabilità e il senso civico degli italiani per affrontare la nuova fase (Sky TG24). Il ministro della salute Roberto Speranza ha detto che serve comunque la massima prudenza perché l’emergenza non è ancora terminata (Adnkronos).

  • “Se i contagi risalgono, dovremo richiudere subito”, dichiara Walter Ricciardi, consigliere del ministero per la Salute (Repubblica). Ognuno faccia la propria parte (Corriere).

Scontro Il ministro degli affari regionali Francesco Boccia ha impugnato l’ordinanza della Regione Calabria che prevede l’apertura di bar e ristoranti (Il Messaggero).

Il bollettino Le persone attualmente contagiate in Italia sono 100.179, con un calo di 525 unità. Il numero di guariti ha raggiunto quota 81.654, in aumento di 1.740. In un giorno sono stati registrati 174 decessi - il numero più basso dal 14 marzo - che portano il totale a 28.884 (Il Sole 24 Ore).

Contagio globale

Oggi si svolgerà il summit globale online per raccogliere fondi per la ricerca e la distribuzione di un vaccino contro il coronavirus: l’obiettivo è raccogliere almeno otto miliardi di dollari (Guardian).

  • Perché il virus colpisce alcune zone e non altre? (Nyt).

Rallentamento europeo Il totale di vittime nel Regno Unito ha raggiunto quota 28.446 con un incremento di 315 decessi. In una giornata sono stati realizzati soltanto 76mila test rispetto alla soglia di centomila raggiunta nei giorni scorsi (The Independent). In Spagna sono stati registrati 164 morti, il totale più basso da un mese e mezzo (El Pais).

Fuori controllo In Russia ci sono stati oltre 10.600 contagi in un giorno, superando la cifra record di 24 ore prima. Gli infetti sono ormai 135mila (Cnn). In Brasile i casi hanno oltrepassato i centomila (Reuters). Il presidente Jair Bolsonaro ha incontrato e incitato un gruppo di persone scese in piazza a protestare (Bloomberg). I casi a livello mondiale si avviano verso i 3,5 milioni, con un numero di morti vicino ai 250mila (Johns Hopkins University).

Diplomazia made in Usa

Nodo lavoro Giovedì saranno diffusi negli Usa i dati sulle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione.Venerdì tocca ai dati sulla disoccupazione ad aprile.

Sospetti senza fine… Il segretario di stato Mike Pompeo ha detto che esistono chiare prove del fatto che l’epidemia di coronavirus abbia avuto origine da un laboratorio di Wuhan. Circostanza però non confermata dall’intelligence (Guardian).

  • Guerra fredda sul contagio (Repubblica).
  • “Cina e Russia sfruttano il virus per influenzare l’Italia”, dichiara il segretario alla Difesa Usa Mark Esper in un’intervista sulla Stampa.

.…e accuse dirette Documenti riservati realizzati dal Five Eyes, rete di intelligence di Usa, Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda, affermano che Pechino ha volutamente cancellato alcune prove per nascondere lo scoppio dell’epidemia di coronavirus (The Independent).

Agenda europea

Mercoledì 6 maggio dovrebbe essere presentata la proposta della Commissione Ue riguardante il Recovery Fund.

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