È uno scandalo: d’inverno la maggior parte degli incidenti stradali coinvolge auto che montano pneumatici invernali. Quindi non sono efficaci al cento per cento, anzi, trasmettono a chi li usa un’illusoria sensazione di sicurezza. Per questo lo stato non dovrebbe imporne l’uso, e ciascuno dovrebbe essere libero di decidere per sé. Oltretutto, se lo stato dovesse fare pressioni o perfino obbligarci a usare gli pneumatici invernali, potrebbe favorire l’estrema destra e la popolazione diventerebbe meno disponibile a sostituire le gomme.

Questo esempio assurdo rende l’idea di cosa sta succedendo nella lotta al covid-19: i politici si defilano, evitando di prendere posizioni chiare che potrebbero scontentare o perfino irritare qualcuno. La cancelliera, il ministro della salute e il governo ancora in carica, così come i partiti che stanno negoziando per la formazione del prossimo esecutivo, sembrano tutt’altro che determinati a contrastare la pandemia. Per ora si limitano a provvedimenti timidi che non basteranno a fermare la quarta ondata.

Certo, è giusto che il governo uscente abbia rispetto per chi prenderà il suo posto, e che chi non è ancora al potere eviti di esporsi troppo, ma nell’emergenza attuale queste reticenze sono pericolose. Le misure proposte dalla nuova “coalizione semaforo” (Partito socialdemocratico, Verdi e Partito liberaldemocratico) non sono niente in confronto a quello che bisognerebbe fare per mettere un freno alla pandemia.

Tornare a offrire tamponi a spese dello stato potrebbe avere senso per ottenere una fotografia più realistica dell’effettiva diffusione del virus. Ma un simile provvedimento non è certo un game changer, per usare un termine molto amato durante questa pandemia. Ben più efficace sarebbe un certificato sanitario solo per guariti e vaccinati. L’esempio austriaco mostra quanto può essere decisiva una misura di questo tipo, e se l’accesso a ristoranti ed eventi fosse limitato a queste persone il “panico da cotoletta” che si è diffuso in Austria potrebbe scatenarsi anche in Germania spingendo la gente a vaccinarsi.

Pensare agli altri

Perché si cerca di evitare in tutti i modi l’obbligo vaccinale? In alcuni paesi è obbligatorio il vaccino contro il morbillo: perché non può essere obbligatorio anche quello contro il covid? In Germania, per rispetto di chi ha dubbi e di chi non si vuole vaccinare, politici e medici hanno grandi difficoltà ad affrontare l’argomento, e non sono in grado di pretendere l’obbligo vaccinale nemmeno per le professioni sanitarie, quindi per chi si prende cura delle persone vulnerabili, che rischiano di pagare con la loro vita.

È ora di mettere da parte questo falso “rispetto”, perché è evidente che avrà conseguenze a lungo termine. Bisogna cominciare a pensare a chi si è vaccinato, tutelando se stesso e gli altri, e a chi negli ospedali e nelle residenze per anziani deve occuparsi anche di chi esita e di chi non vuole sentire ragioni, e deve anche sopportare che pochi colleghi irriducibili rendano insostenibile il suo lavoro. Insomma, bisogna avere rispetto della maggioranza delle persone ragionevoli, imponendo regole necessarie. I politici devono capire che questo resta un loro dovere, anche nell’attuale vuoto di potere. A questo scopo è necessario istituire un’unità di crisi nazionale composta da esperti, che stabilisca regole e soglie vincolanti valide in tutto il paese, non le mezze misure proposte dalla coalizione semaforo e nemmeno un altro vertice della conferenza dei presidenti degli stati federali, che confondono la lotta per il potere con la lotta contro il virus. ◆ sk

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1435 di Internazionale, a pagina 20. Compra questo numero | Abbonati