Meulaboh, 1 marzo 2021 (Nurul Fahmi, Sopa/LightRocket/Getty)

Alla conferenza sul clima di Glasgow, l’Indonesia ha alzato un polverone. Prima ha sottoscritto insieme ad altri cento paesi l’accordo (non vincolante) per mettere fine alla deforestazione entro il 2030; poi ha fatto subito un passo indietro. La ministra dell’ambiente Siti Nurbaya Bakar ha commentato su Twitter che l’impegno di Jakarta non può andare a scapito dello sviluppo economico del paese. L’Indonesia, che ha la terza più grande porzione di foresta tropicale al mondo dopo il Brasile e la Repubblica Democratica del Congo, nel 2020 ne ha persi 115mila ettari a causa dell’industria del legname e di quella dell’olio di palma. Se Jakarta dovesse rispettare l’impegno, sarebbe un duro colpo per la produzione dell’olio di palma, che ha un grande giro d’affari, importante anche per compensare le perdite causate dalla pandemia. “Il tweet della ministra era infelice ma sottolineava le contraddizioni che sono al centro del problema e che vanno risolte per portare l’Indonesia sul binario della sostenibilità”, scrive The Diplomat.

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Questo articolo è uscito sul numero 1435 di Internazionale, a pagina 38. Compra questo numero | Abbonati