Bibliotecari e topi di biblioteca di tutti i tempi sono gli eroi del nuovo romanzo di Anthony Doerr. Pensatelo come un trittico di lettere d’amore per chi legge. La prima parte si svolge nella metà del quattrocento. Il sultano sta marciando su Costantinopoli. Mentre i preparativi per l’assalto militare vanno avanti, un’orfana di nome Anna, in cerca di denaro per curare la sorella malata, comincia a sottrarre antichi manoscritti abbandonati in un’abbazia ai margini della città e a venderli a ricchi collezionisti italiani. Ma Anna tiene per sé un tesoro letterario: un’allegoria comica chiamata La città fra le nuvole, scritta più di mille anni prima dal greco Antonius Diogenes. Le pagine frammentarie di questo antico codice (fittizio) s’intrecciano con quelle del romanzo di Doerr. Descrivono le sofferenze di un pastore che si trasforma in vari animali. Circa cinquecento anni dopo, Zeno, un soldato statunitense, è catturato durante la guerra di Corea. In un campo di prigionia nordcoreano fa amicizia con un bel soldato britannico amante dei classici. Con l’aiuto dell’amico, Zeno comincia a capire la grazia salvifica delle antiche avventure di Ulisse e Achille. Molto tempo dopo il suo ritorno a casa, si offre volontario per dirigere un gruppo di bambini di quinta elementare in una commedia da rappresentare in una biblioteca pubblica dell’Idaho. Il copione è tratto da una traduzione dell’ormai famoso manoscritto di Diogene, La città fra le nuvole. Nel nostro futuro apocalittico, quando il pianeta Terra è in rovina, seguiamo Konstance, quattordici anni, su un’astronave intergalattica chiamata Argos che sfreccia a cinque milioni di miglia all’ora verso Beta Oph2. La nave è controllata da Sybil, un supercomputer con le funzioni di tata che contiene “la saggezza collettiva della nostra specie”. Per tenersi impegnata per il resto della sua vita nello spazio, Konstance ha centinaia di frammenti di un’antica storia chiamata La città fra le nuvole. In mezzo a tutte le drammatiche battaglie che si combattono in questo romanzo – passato, presente e futuro – una rimane costante: la lotta contro la disintegrazione dei libri. Ognuna di queste storie – eccetto il racconto di fantascienza – avrebbe potuto essere un romanzo convincente. Ma la frammentazione priva le diverse trame della loro naturale drammaticità.
Ron Charles,
The Washington Post
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Questo articolo è uscito sul numero 1450 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati