Uno degli effetti più insidiosi e duraturi della pandemia saranno le sue conseguenze sulle disuguaglianze. I giovani, i poveri e i lavoratori essenziali hanno dovuto affrontare un peso maggiore rispetto agli altri. Allo stesso modo, con la chiusura delle scuole molte lavoratrici si sono assunte la responsabilità dell’istruzione dei figli, e le loro carriere ne hanno risentito.

Da tempo le donne devono affrontare una disparità salariale legata alle cure parentali. Dato che gli uomini sono meno soggetti all’aspettativa secondo cui dovrebbero prendersi una pausa dal lavoro dopo la nascita di un figlio, le loro compagne che restano a casa perdono spesso l’opportunità di ottenere promozioni e aumenti. Il passaggio al lavoro da remoto ha probabilmente peggiorato le cose. Gli studi hanno dimostrato che le madri dedicavano costantemente più tempo alla cura dei bambini rispetto ai padri. Anche lontano dall’ufficio, il concetto del “maschio capofamiglia” che porta il pane a casa è rimasto dominante.

Il lavoro ibrido può consentire una più equa divisione dei compiti, ma senza uno sforzo da parte delle aziende (e dei padri) il divario di genere potrebbe perfino aumentare. Le persone che lavorano a distanza, infatti, potrebbero avere meno occasioni di fare rapidamente carriera. Se gli uomini hanno più possibilità di tornare in ufficio, potrebbero essere gli unici ad approfittare delle occasioni che derivano dalla presenza.

Le aziende e gli individui possono contribuire a ridurre questo effetto. Adottare il lavoro flessibile per tutti invece di renderlo opzionale ridurrebbe le disparità; i dirigenti dovrebbero usare criteri oggettivi per valutare il rendimento dei dipendenti; le coppie dovrebbero ridiscutere la condivisione dei compiti. Ma le iniziative private servono fino a un certo punto. Rendere più accessibile l’assistenza all’infanzia dovrebbe essere una priorità. Condividere il congedo parentale è determinante per aumentare l’uguaglianza, ma non tutti i datori di lavoro offrono questa possibilità. Alcuni si limitano a concedere ai padri una o due settimane.

Ora che il mondo emerge dalla pandemia, bisogna fare in modo che il costo dell’assistenza non gravi solo sulle donne. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1451 di Internazionale, a pagina 19. Compra questo numero | Abbonati