Qual è il peso della famiglia nella nostra vita, e qual è quello del denaro? Sono le domande a cui tenta di rispondere Elena Medel. Il suo è, in un certo senso, un romanzo a tesi sul potere dei soldi che a fine lettura non arriva a convincere il lettore. Ma ciò che la tesi non riesce a fare – non perché sia sbagliata, ma perché è monolitica – è compensato dalla finzione letteraria. Ci sono tre donne: María, che alla fine degli anni sessanta parte dal suo paese nel sud per andare a lavorare a Madrid e lascia sua figlia – Carmen, appena nata – alle cure dei familiari; e la terza, Alicia, che, con un percorso diverso, fa un viaggio simile a quello di María. La mancanza di denaro le condiziona. La struttura del romanzo è costruita su dei salti temporali. L’approccio è ambizioso perché ci dà i pezzi del puzzle – all’inizio di ogni capitolo dobbiamo metterli insieme da soli – ma riesce a catturare il nostro interesse. Sono molti i temi che Medel solleva: la maternità, lo sradicamento, il femminismo, i meccanismi del potere, del dominio maschile, la cura per i vecchi, i malati, le figlie e le madri, e la stessa relazione familiare, ferita a morte dal denaro. Le meraviglie parla di come si può sopravvivere alla precarietà, alla povertà, ai legami che ci strangolano.
Carlos Zanón, El País

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Questo articolo è uscito sul numero 1459 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati