◆ La gestione delle risorse idriche dovrebbe essere basata sulla valutazione del rischio, invece di limitarsi a reagire alle crisi. È una delle indicazioni del rapporto Drought in numbers della Convenzione delle Nazioni Unite contro la desertificazione (Unccd), presentato alla conferenza di Abidjan, in Costa d’Avorio. L’Africa è il continente più esposto alla siccità, ma il fenomeno è globale. I due fattori che incidono di più sono la crisi climatica e l’aumento della popolazione. Secondo le stime, dal 2000 il numero e la durata delle crisi sono aumentati del 29 per cento. Le perdite economiche tra il 1998 e il 2017 hanno raggiunto i 124 miliardi di dollari. Attualmente 2,3 miliardi di persone hanno risorse idriche limitate. Nei prossimi decenni il rischio di siccità potrebbe aumentare in 129 paesi, soprattutto a causa del riscaldamento globale.

La soluzione è un approccio attivo alla tutela dell’ambiente, che sia funzionale dal punto di vista ecologico. Negli Stati Uniti sono stati messi a punto vari progetti di questo tipo. Yale Environment 360 scrive che alcune città del sudovest, tra cui San Diego, Phoenix e Las Vegas, hanno adottato strategie innovative per risparmiare risorse idriche e trovarne di nuove. L’obiettivo è avere più alternative, in modo da garantire i rifornimenti in caso di necessità. Le persone dovrebbero contribuire cambiando abitudini. Alcune hanno già sostituito i loro prati, che devono essere annaffiati regolarmente, con piante adatte a condizioni aride.

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Questo articolo è uscito sul numero 1461 di Internazionale, a pagina 112. Compra questo numero | Abbonati