◆ Quest’immagine, scattata dal satellite Landsat 9 della Nasa, mostra le tre isole principali dell’arcipelago di Malta: Malta, Gozo e Comino. L’arcipelago si trova tra la Sicilia e il Nordafrica ed è formato da materiali che milioni di anni fa si trovavano sui fondali marini e che oggi sono diventati il motore dell’attività edilizia nel paese.

Gran parte dell’arcipelago è caratterizzato dalle tonalità tra il giallo e il grigi0 tipiche del calcare, che è la roccia più diffusa ed è usata per le costruzioni. Quella più antica è il calcare corallino, formatosi quando gli scheletri dei coralli e di altri animali acquatici hanno cominciato ad accumularsi sui fondali marini circa trenta milioni di anni fa. Poi è arrivato il calcare globigerina, costituito dai gusci di carbonato di calcio del plancton marino. Il calcare corallino, più duro, è usato per le pareti esterne degli edifici e quello globigerina per gli interni. Gli affioramenti di calcare costituiscono circa il 70 per cento della superficie del paese.

La capitale La Valletta, patrimonio mondiale Unesco, si trova su una penisola posta tra due insenature naturali. Le fortificazioni presenti in città, realizzate dopo l’assedio di Malta del 1565, sono composte da pietra calcarea prelevata dai fossati circostanti. L’uso del calcare per le costruzioni risale però a epoche più antiche. I templi megalitici costruiti tra il quarto e il terzo millennio aC sono alcune delle strutture autoportanti più antiche del mondo. Anche se sono rimasti in piedi per millenni, risultano vulnerabili agli agenti atmosferici. Nella foto in basso s’intravede la grande tenda bianca che ricopre il sito archeologico dei templi di Tarxien.–Kathryn Hansen (Nasa)

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Questo articolo è uscito sul numero 1494 di Internazionale, a pagina 99. Compra questo numero | Abbonati