Beirut, 26 gennaio 2023 (Marwan Naamani, picture alliance/Getty)

“La sorte di Tarek Bitar è incerta”, scrive L’Orient-Le Jour commentando lo scontro che ha scosso la magistratura libanese e che rischia di scatenare una crisi istituzionale in un paese già alle prese con gravi problemi economici, politici e sociali. Dopo che il giudice ha ripreso in mano l’inchiesta sull’esplosione al porto di Beirut del 4 agosto 2020 e ha incriminato otto persone, tra cui il procuratore generale Ghassan Oweidat, è cominciato “un braccio di ferro”: Oweidat ha denunciato Bitar per “usurpazione di potere” e “ribellione contro la giustizia”. Bitar doveva comparire al palazzo di giustizia di Beirut il 26 gennaio, ma non si è presentato. Le famiglie delle vittime dell’esplosione hanno organizzato un sit-in di solidarietà con il giudice davanti all’edificio ( nella foto ), a cui hanno partecipato parlamentari dell’opposizione.

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Questo articolo è uscito sul numero 1497 di Internazionale, a pagina 23. Compra questo numero | Abbonati