Con i nuovi impegni militari presi da Europa e Stati Uniti nei confronti dell’Ucraina è cominciata una nuova epoca della politica mondiale. Dovremmo riconoscerne i pericoli, senza ingannarci. Nonostante quasi un anno di dure sanzioni economiche e di battute d’arresto sul campo di battaglia, la Russia non sembra disposta a negoziare la fine della guerra. Al contrario, ha risposto mobilitando altre truppe e bombardando le infrastrutture civili. È probabile che l’escalation del presidente Vladimir Putin s’inasprisca ulteriormente in risposta alla decisione dell’occidente d’inviare carri armati in Ucraina. Nel frattempo niente fa pensare che una buona parte dei cittadini russi provi rabbia o delusione nei confronti del suo irresponsabile presidente. Pochi mettono in discussione la sua convinzione che un occidente in decadenza morale si stia coalizzando contro il loro paese.

Non ci sono prove che i popoli e i governi del sud del mondo, colpiti più degli altri dalle conseguenze economiche della guerra, si stiano rivoltando contro Putin. Né che la maggior parte delle persone nel mondo consideri l’aggressione russa all’Ucraina diversa da quella statunitense all’Iraq. In India, un paese teoricamente alleato dell’occidente, un recente sondaggio ha rivelato che la Nato e gli Stati Uniti sono considerati più colpevoli della Russia per la guerra contro Kiev. Non è nemmeno chiaro, in assenza di dibattito pubblico, se la maggior parte dei cittadini occidentali sia favorevole a un inasprimento dello scontro con Mosca. La verità è che la loro opinione non è quasi mai chiesta. In Germania, dove la società è divisa sulla questione dell’invio di carri armati Leopard 2 in Ucraina, almeno c’è stato un dibattito. Gli Stati Uniti e il Regno Unito invece hanno a malapena informato i cittadini prima di spedire armi più avanzate nei luoghi del conflitto.

Non ci sono prove che i popoli e i governi del sud del mondo, colpiti più degli altri dalle conseguenze economiche della guerra, si stiano rivoltando contro Vladimir Putin

I governi occidentali oggi beneficiano di un consenso ampio tra i centri studi e i giornali più diffusi: la sconfitta della Russia è considerata fondamentale per garantire l’integrità territoriale e il futuro dell’Ucraina come nazione sovrana. Forse è vero? Ma la convinzione che le nostre élite politiche e dell’informazione stiano facendo calcoli corretti andrebbe messa a confronto con i risultati ottenuti negli ultimi anni. Tutti i principali paesi dell’alleanza occidentale sono stati complici di fallimenti militari che hanno devastato intere regioni dell’Asia, del Medio Oriente e dell’Africa. I leader politici hanno marciato verso disastri facilmente prevedibili, accompagnati da un coro di giornali e televisioni, da Fox News all’Economist, che ha soffocato e deriso il dissenso.

Ci sono buoni motivi per preoccuparsi quando, ancora impuniti per i loro pasticci, gli esponenti della cultura e dell’industria occidentali acclamano un nuovo intervento militare, stavolta contro il fanatico leader di un paese dotato di armi nucleari. Peggio ancora, il resto dell’opinione pubblica non sembra abbastanza preoccupato dal fatto che le élite, ancora una volta, prendano decisioni in grado di cambiare la storia in assenza di un controllo democratico. Nei paesi in cui negli ultimi anni ci sono stati dei terremoti politici la lontananza tra governanti e governati potrebbe aumentare di nuovo. Come ha dimostrato Donald Trump, i demagoghi sono sempre pronti a sfruttare lo scontento causato da guerre infinite, costose e perdenti.

Il futuro democratico di Kiev si fa nebuloso se si considera come sono finiti negli ultimi anni i paesi inondati di armi e dollari. Per l’Ucraina, uno degli stati più corrotti al mondo prima della guerra, la prospettiva di un’élite onesta sembra più lontana. Nel futuro bilancio delle malefatte finanziarie e morali compiute durante la guerra, il recente scandalo che ha coinvolto funzionari vicini al presidente Volodymyr Zelenskyj potrebbe rivelarsi un episodio minore.

La ricerca di alleati nella guerra dell’occidente contro la Russia sta influenzando i giudizi. E così l’India è presentata in occidente come un contrappeso ai regimi autoritari cinese e russo, anche se il suo governo suprematista indù attacca continuamente la democrazia e compra il petrolio russo. C’è una strana amnesia riguardo alle due guerre mondiali mentre, con grande entusiasmo occidentale, la Germania si riarma e spedisce materiale militare verso i suoi vecchi campi di battaglia. Tra le lezioni storiche trascurate c’è il fatto che tutti i governi tendono a diventare più sconsiderati quando l’escalation militare sembra l’unica via per la pace. Il Giappone, per esempio, si sta pesantemente riarmando, anche a costo di aggravare il suo disavanzo pubblico.

Questi segnali d’irresponsabilità sono altrettanto evidenti tra le istituzioni politiche occidentali, che stanno cercando di espandere la loro influenza militare all’estero proprio mentre attraversano crisi economiche interne. Sono il più chiaro avvertimento del pericolo che ci aspetta. ◆ ff

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Questo articolo è uscito sul numero 1497 di Internazionale, a pagina 36. Compra questo numero | Abbonati