Il presidente colombiano Gustavo Petro, il primo di sinistra nella storia del ­paese, non attraversa un momento facile. Il 28 febbraio aveva annunciato un rimpasto di governo, cambiando tre ministri contrari alla riforma sanitaria presentata dall’esecutivo. Poi il 2 marzo sono scoppiate le proteste nel dipartimento di Caquetá, nel sud del paese, contro un’azienda petrolifera. Settantanove agenti e nove lavoratori sono stati presi in ostaggio e poi liberati. “A complicare la situazione, un sondaggio ha reso noto che la popolarità di Petro è in calo: dallo scorso agosto è scesa di 16 punti percentuali”, scrive El País. Infine, la procura ha aperto un’indagine contro suo figlio Nicolás, accusato di legami con il narcotraffico.

Questo articolo è uscito sul numero 1502 di Internazionale, a pagina 29. Compra questo numero | Abbonati