◆ Gli oceani stanno assorbendo gran parte del calore accumulato dal pianeta a causa delle emissioni di gas serra nell’atmosfera. Alla fine di marzo la temperatura di superficie degli oceani ha registrato il valore più alto da quando, quarant’anni fa, sono cominciate le rilevazioni satellitari. Le temperature di superficie possono variare in modo significativo, mentre quelle di profondità sono più stabili, scrive il Guardian. Tuttavia, l’acqua si sta scaldando anche a duemila metri di profondità. Il riscaldamento degli oceani, che contribuisce all’aumento del livello del mare, sta trasformando molti ecosistemi, per esempio le barriere coralline. Alcune specie di pesci si stanno allontanando dalle zone tropicali, mentre altre stanno cercando rifugio più in profondità, dove però c’è meno ossigeno.

La situazione si sta modificando anche sui fondali oceanici, dove le ondate di caldo sono diventate più frequenti, scrive Eos. Da un monitoraggio condotto al largo del Nordamerica è emerso che le ondate possono durare fino a sei mesi, con aumenti delle temperature fino a tre gradi, che possono essere letali per varie specie che vivono sui fondali, tra cui le aragoste e alcuni tipi di granchi, molluschi e pesci. Ondate di caldo in profondità sono state rilevate anche al largo dell’Australia. È presto per affermare che la maggiore frequenza e intensità di questi fenomeni dipenda dalla crisi climatica, ma ci sono pochi dubbi sul fatto che le temperature si stiano alzando.

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Questo articolo è uscito sul numero 1515 di Internazionale, a pagina 104. Compra questo numero | Abbonati