La Malaysia smetterà di esportare terre rare, materiali economicamente e strategicamente fondamentali perché impiegati nella produzione di semiconduttori, laser e veicoli elettrici. Il primo ministro Anwar Ibrahim ha spiegato che la misura servirà a incrementare la lavorazione delle materie prime nel paese e “garantirgli il massimo ritorno”. La Malaysia non ha enormi riserve di terre rare, ma il governo prevede che nel 2025 il settore contribuirà al pil nazionale per due miliardi di dollari e creerà settemila posti di lavoro. Kuala Lumpur, scrive The Diplomat, segue le orme dell’Indonesia, che negli ultimi anni ha vietato l’esportazione di minerale di nichel e vuole diventare un polo della produzione di batterie per veicoli elettrici. Queste politiche riflettono una tendenza globale a un nazionalismo economico, in cui i governi intervengono nei mercati di beni essenziali per raggiungere obiettivi strategici. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1529 di Internazionale, a pagina 33. Compra questo numero | Abbonati