Non basterà la tecnologia a salvare il pianeta

◆ Non sono d’accordo con Howard French (Internazionale 1642). La soluzione del problema climatico è eminentemente tecnologica. Servono tecnologie per produrre energia pulita e ridurre i consumi. Per ottenere questo risultato, però, la sua efficacia deve essere vagliata dall’ecologia. Le due discipline devono lavorare insieme. Segnalo il libro di Roberto Cingolani: Riscrivere il futuro. La transizione ecologica equa e accessibile. Le soluzioni non possono che essere tecnologiche, per produrre meglio e consumare meno. Ma gli esperti di tecnologia non possono essere autoreferenziali. Grillo propose Cingolani come ministro della transizione ecologica perché pensava che le tecnologie fossero sufficienti ai fini della transizione. Sono necessarie, ma non sufficienti. Soprattutto se sviluppate da persone che passano con disinvoltura dalla sostenibilità al riarmo.
Ferdinando Boero

L’intelligenza artificiale ci rende incapaci?

◆ Ho letto l’articolo di Kwame Anthony Appiah (Internazionale 1642). L’intelligenza artificiale è una protesi cognitiva potente, il rischio non è l’impigrirsi del cervello ma diventare utenti passivi. Le nostre difese risiedono nelle capacità che definiscono la nostra umanità e che l’intelligenza artificiale non può sostituire: il giudizio etico, la comprensione e l’immaginazione.
Lettera firmata

Ho girato il mondo con i libri d’avventura

◆ L’articolo di Yuri Slezkine (Internazionale 1641) mi ha fatto tornare indietro nel tempo. Ho ancora impresso il ricordo di Ventimila leghe sotto i mari o L’isola del tesoro. Da adulto ho vissuto lo stesso con Tiziano Terzani e sono stato con lui in Asia. Questo articolo ci ricorda che la letteratura è meditazione e viaggio dello spirito. Bellissimo.
Daniele Geloso

Ultimi atti d’amore

◆ Ho letto l’articolo di Giovanna D’Ascenzi e ho visto le meravigliose fotografie del lavoro di Cheryle St. Onge Calling the birds home (internazionale.it). Questa tematica mi tocca molto da vicino: ho vissuto una situazione analoga con mia madre e anch’io ho usato la fotografia per buttare giù qualche barriera e cercare di esplorare il suo mondo. Si rimane sempre molto stupiti nel vedere i risultati. Questi lavori sono una profonda testimonianza della nostra vita e siamo fortunate ad averli intrapresi.
Silvia Saccucci

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Questo articolo è uscito sul numero 1643 di Internazionale, a pagina 16. Compra questo numero | Abbonati