Per gli artisti, e per le agenzie che li rappresentano, è suonata l’ora della riscossa. A San Francisco e a Londra sono appena state presentate due denunce contro alcune aziende che lavorano con l’intelligenza artificiale, specializzate nella creazione d’immagini. Da quando sono stati diffusi diversi generatori d’immagini pensati per il grande pubblico (Dall-E, Midjourney, Stable Diffusion e altri), è scoppiata la polemica tra gli illustratori e le aziende che li producono. Queste ultime sono accusate di sfruttare le opere per sviluppare dei software che creano immagini, senza il consenso degli artisti e senza pagarli in nessun modo. Gli artisti sono passati quindi all’azione, portando la questione in tribunale.

Il 13 gennaio, tre artiste, illustratrici e fumettiste statunitensi, Sarah Andersen di Portland, Kelly McKernan di Nashville e Karla Ortiz di San Francisco, hanno avviato una causa legale negli Stati Uniti. Le tre autrici, note nel mondo dei fumetti e della concept art, si sono fatte avanti “per rappresentare una categoria di migliaia – e forse milioni – di colleghi artisti colpiti dall’intelligenza artificiale generativa”, spiega il loro comunicato.

Azione collettiva

La loro causa collettiva, che verrà presa in esame dalle autorità di San Francisco, prende di mira la Stability Ai, la Midjourney e la Deviant­Art, accusate di aver usato delle creazioni delle artiste senza il loro consenso.

La Stability Ai, un’azienda che ha sede a Londra, è la sviluppatrice di Stable Diffusion, un software che genera immagini a partire da testi.

Anche Midjourney è in grado di creare impressionanti illustrazioni a partire da frasi fornite dagli utenti. E Deviant­Art, fondata nel 2000 a Los Angeles, è una delle maggiori piattaforme per artisti sul web. Il sito ha lanciato Dream­Up, un’applicazione simile, ma in questo caso a pagamento.

Invece di difendere la comunità d’artisti che lo alimenta fin dalla sua creazione, questo sito-vetrina si è riempito di opere generate grazie all’intelligenza artificiale a danno di altri. Le immagini create “automaticamente” fanno oggi concorrenza diretta alle autrici e agli autori che lavorano nel campo dell’animazione, dei videogiochi, del fotoritocco d’immagini, dell’illustrazione e dell’editoria, della stampa o della pubblicità.

La Stability Ai, la Midjourney e la Deviant­Art sono accusate di danneggiare il sistema del diritto d’autore. In particolare, contenendo “copie non autorizzate di milioni – o forse miliardi – d’immagini protette dal diritto d’autore”, dice il comunicato delle tre artiste. Le aziende, tuttavia, sostengono che sono libere di farlo grazie a leggi come la dottrina statunitense detta del fair use, vale a dire “dell’uso equo di un’opera protetta”.

A sinistra: Futuristic gioconda by moebius; a destra: Mona Lisa, anime style, manga art (Midjourney; @davidcabrera/Midjourney)

Secondo la denuncia, invece , si tratta di pratiche più che sleali. Se questi programmi non sono, in senso stretto, delle semplici scatole contenenti immagini, è vero che ne hanno usate molte per imparare a generarle. Il cuore del problema riguarda quindi le banche dati d’immagini con cui le intelligenze artificiali sono addestrate per produrre i loro strumenti e infine le loro creazioni. Quali opere hanno nutrito questi software, sorta di grandi shaker matematici?

A differenza della Open Ai (sviluppatrice del bot Dall-E), che mantiene il riserbo sulle sue fonti di addestramento, la Stability Ai è più trasparente al riguardo, e ha dato agli artisti la possibilità di rimuovere le loro opere. Un compito in realtà praticamente impossibile, dato il numero di copie d’immagini che circolano sul web. Sempre secondo la dichiarazione degli artisti, la Stability Ai ha finanziato Laion, un’organizzazione tedesca che costruisce delle “banche dati d’immagini sempre più grandi – senza consenso, attribuzione o alcun compenso per gli autori che detengono i diritti delle immagini – destinate a essere usate dalle aziende d’intelligenza artificiale”.

Andy Baio, un blogger indipendente, ha creato un motore di ricerca per trovare immagini in una parte molto piccola di questo database. Al suo interno ci sono opere di Karla Ortiz e di Kelly McKernan. Per le querelanti la banca dati di Laion – che rimanda alle foto di Flickr, Pinterest, Tumblr eccetera – non è una fonte etica.

Le artiste non hanno mai dato il loro consenso a far confluire il loro lavoro nei programmi di intelligenza artificiale che oggi le danneggiano. Laion contiene anche immagini provenienti da agenzie fotografiche come Getty Images e PhotoShelter.

Strumento adeguato?

La causa avviata negli Stati Uniti non è molto diversa da una seconda, intentata a Londra. Secondo un comunicato stampa del 17 gennaio, Getty Images, la più grande agenzia statunitense d’illustrazioni, foto e filmati, “ha avviato un procedimento legale presso l’alta corte di giustizia di Londra contro la Stability Ai, sostenendo che l’azienda ha violato alcuni diritti di proprietà intellettuale, in particolare i diritti d’autore su contenuti di proprietà di, o rappresentati da, Getty Images”.

La Stability Ai avrebbe “copiato ed elaborato illegalmente milioni d’immagini protette da diritto d’autore e i relativi metadati di proprietà di Getty Images o da essa rappresentati. Il tutto senza licenza, a vantaggio commerciale della Stability Ai, e a danno dei creatori di contenuti”.

Nella sua dichiarazione Getty Images ricorda che in passato ha fornito licenze ad aziende tecnologiche innovative. Ma è chiaro che la Stability Ai ha agito da sola, rubando opere e dati senza autorizzazione. Pirateria, furto, copia illegale, parassitismo? I tribunali dovranno esaminare il complesso funzionamento delle intelligenze artificiali per riuscire a comprenderne le attività. E soprattutto le implicazioni. Scoperchiare queste scatole nere per regolamentarle.

Il diritto d’autore è uno strumento ancora adeguato di fronte a queste nuove tecnologie?

Queste azioni legali sono seguite con attenzione in Europa. Getty Images ritiene che “l’intelligenza artificiale abbia il potenziale per stimolare la creazione”. Eppure da settembre l’agenzia ha bandito dal suo archivio le immagini create dall’intelligenza artificiale. ◆ ff

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1496 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati