Cultura Libri
Spazzolare il gatto
166 pagine, 17,50 euro

Nella sua prima raccolta di racconti l’autrice britannica ottantenne Jane Campbell intende mettere le cose in chiaro sui nostri stereotipi intorno alla vecchiaia e alla giovinezza. Sono tredici storie sporche, coraggiose e spesso perfidamente divertenti che trattano di tutto, dalle idee sbagliate sull’invecchiamento (no, le nonne non sono solo al servizio dei nipoti), al desiderio erotico (o alla liberazione dagli obblighi sessuali, da tempo attesa), al mantenimento dell’autonomia come “vecchietta”. Sono tutte raccontate da donne socievoli che non ne possono più di essere trattate con condiscendenza. Campbell dà il meglio di sé quando combina osservazioni sagaci sull’invecchiamento con ritratti intimi di persone in difficoltà. Nel racconto che dà il titolo al libro, la narratrice si lamenta della propria mancanza di volontà e dell’attacco alla sua identità ora che è stata “giudicata troppo vecchia per vivere da sola”. Quando le viene la tosse e suo figlio minaccia di sbarazzarsi del suo vecchio e amatissimo gatto siamese in seguito alla diagnosi sbagliata di un medico, la donna paragona questo grave passo falso agli aspetti negativi della vita dopo i sessantacinque anni: “Un processo di espropriazione, di diritti, di rispetto, di desiderio”. La voce di Jane Campbell – e le sue sagge intuizioni sull’emancipazione femminile, sull’abbracciare i propri anni e sul sentirsi considerati a prescindere dall’età – è una voce che vale la pena ascoltare.
Alexis Burling, San Francisco Chronicle

Strega
248 pagine, 18,00 euro

Rafaela, la protagonista del nuovo romanzo di Johanne Lykke Holm, è appena arrivata in un villaggio di montagna nell’Italia del nord per lavorare all’Olympia, un maestoso hotel che sembra un sanatorio demoniaco di un’epoca passata. Insieme ad altre otto ragazze cucina, lava e stira le lenzuola dalla mattina alla sera con una calma quasi divina. Ma l’hotel rimane vuoto. Di notte, Rafaela si siede e osserva i capelli neri delle altre ragazze appoggiati come scialli sui cuscini. A volte fanno delle brevi fughe nel pub del villaggio o escursioni nei boschi bui, dove s’imbattono ripetutamente in una coppia di strane suore. Un giorno, una delle ragazze scompare senza lasciare traccia. Cominciano le ricerche e un assassino immaginario tormenta i pensieri di Rafaela. Lykke Holm riesce a fare due cose importanti. La prima è quella di scrivere un manifesto per la bellezza. La bellezza è stata a lungo vista come espressione di ideali reazionari o desideri capitalistici. Ma di recente qualcosa è cambiato, e in molti romanzi recenti si osserva la ricerca di un nuovo culto radicale e mistico della bellezza, che cerca di liberarsi sia dal patriarcato sia dal capitalismo. Il secondo risultato di Lykke Holm è a livello metaletterario: senza rivelare troppo, riesce a gettare nuova luce sull’istinto omicida. Chi è l’assassino più potente? Quello mosso dall’estetica, che trova belle le donne morte. Siamo sempre lì. Le donne avvenenti devono morire o essere torturate in vari modi. C’è una via d’uscita da questa ondata di necrofilia? L’assassino estetico conserva il fascino potente del patriarcato, ma Lykke Holm riesce a evocarlo e a ucciderlo nella mente dei suoi lettori, e soprattutto delle sue lettrici.
Sinziana Ravini, Aftonbladet

La porta del non ritorno
224 pagine, 18,00 euro

Nel suo nuovo romanzo, David Diop immagina una parte segreta della vita del botanico Michel Adanson (1727-1806), a cui ha dedicato gran parte del suo lavoro accademico negli ultimi anni. Secondo Diop, Adanson mostrò una reale affinità con il Senegal, rara per un uomo del suo tempo. E, soprattutto, una straordinaria capacità di andare oltre i pregiudizi. Piangeva ogni volta che ascoltava Orfeo e Euridice di Glück. Diop usa questo fatto come punto di partenza per La porta del non ritorno. Immagina che, come Orfeo, che dovette abbandonare la donna amata e passare il resto della vita a cantare della sua perdita, il botanico abbia avuto una storia d’amore con una donna in Senegal. Intorno al 1750, quando la tratta degli schiavi era al suo apice, nessuno faceva mai ritorno dall’isola di Gorée. Per questo motivo i senegalesi soprannominarono il suo porto, da cui salpavano le navi negriere, “la porta del viaggio di non ritorno”. Diop mette tutta la sua conoscenza al servizio di una bellissima storia d’amore tra un illuminista francese e una senegalese libera e forte.
Florence Bouchy, Le Monde

Less a zonzo
272 pagine, 20,00 euro

Il nostro eroe Arthur Less, “uno scrittore bianco gay di mezza età di cui nessuno ha mai sentito parlare”, vive serenamente a San Francisco con il compagno Freddy. Alla morte dell’ex amante, scopre di dover pagare dieci anni di affitti arretrati e di avere un mese per trovare la somma. Una tempesta che lo fa precipitare in ogni direzione, in un modo già noto ai lettori del primo romanzo di Greer, Less. Per prima cosa si presenta come giudice per un premio importante. Poi va a Palm Springs, in California, per intervistare un famoso scrittore di fantascienza, solo per essere trascinato nel deserto per una riunione di famiglia improvvisata. Ingerisce inavvertitamente una sostanza psichedelica e inonda un sito archeologico, poi si ritrova a sfrecciare per il paese a bordo di un furgone modificato, con un carlino nero di nome Dolly. Gli incidenti e i malintesi abbondano e non è uno spoiler riferire che Less, alla fine della storia, grida: “Mi sono reso ridicolo!”. Perché, ovviamente, era proprio questo il punto.
Louis Bayard, The Washington Post

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1510 - 5 maggio 2023
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