Generazioni a confronto. Traumi. Segreti. Ma anche amicizia, amore, sole, mare e occhi che s’illuminano. Questi sono gli ingredienti di Il mio nome è A(n)sia di Antonella Sbuelz. L’autrice ha una penna delicata quando si tratta di parlare della protagonista Asia, tratteggiando con maestria poetica la materia incandescente dell’adolescenza. Ci sono tre personaggi principali che si rivelano nella loro essenza più intima e nascosta. Sono Asia: la protagonista, il motore e la ragione della storia, una ragazza ansiosa, una vita tormentata da una n che s’insinua malefica tra la a e la s del suo bel nome. Poi c’è Tommaso, apparentemente il bullo della scuola, quello dalla scorza dura. E Annina, la nonna di Asia, che perde pezzi di memoria, e prima che tutto evapori deve fare un’ultima missione nel passato. La prima persona quasi rappata dei capitoli dedicati ad Asia s’incastra come in una melodia alla seconda persona dei capitoli riguardanti Annina. E nella lettura si scopre che la n può essere sconfitta, che dietro la scorza di bullo può nascondersi la tenerezza di un ragazzo forse impaurito e poi che il passato può diventare futuro. Un libro delicato, dolce, fatto di zucchero. Dove piccole storie e grandi storie s’incontrano. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1510 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati