I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana Michael Braun del quotidiano berlinese Die Tageszeitung.
Borante Domizlaff e Karl Hass erano tra i più alti ufficiali delle Ss che, sotto il commando di Herbert Kappler, il 24 marzo 1944, assassinarono barbaramente 335 civili inermi alle Fosse Ardeatine, come rappresaglia per l’attentato partigiano contro gli occupanti nazisti che il giorno prima in via Rasella era costato la vita a 33 soldati tedeschi. Ma i due, a differenza del loro superiore Kappler, condannato nel 1948 all’ergastolo, la fecero franca e continuarono a vivere tranquillamente in Italia. Peggio ancora, vestirono di nuovo le uniformi della Germania nazista, della Wehrmacht e delle Ss. Infatti nessuno dei due si fece il minimo problema, dopo essere stati assassini nella vita vera, di tornare sulla scena del delitto, questa volta come attori nei panni di ufficiali nazisti, in film come La ciociara di Vittorio De Sica (1960), Una vita difficile di Dino Risi (1961) o La caduta degli dei di Luchino Visconti (1969). Ha dell’incredibile e del grottesco questa storia, raccontata da Mario Tedeschini Lalli. Del grottesco soprattutto perché i due, come ricostruisce l’autore con una meticolosa ricerca storica, parteciparono come attori – ma anche come consulenti – a film dal chiaro orientamento antifascista mentre loro stessi erano nazisti impuniti e impenitenti. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1497 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati