I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana Michael Braun del quotidiano berlinese Die Tageszeitung.

Giorgia Meloni ha ribadito mille volte che per lei il fascismo appartiene al passato e che non prova nessuna nostalgia per quel regime. Ma come sottolineano Pedullà e Urbinati, Meloni vuole consegnare alla storia anche l’antifascismo, secondo lei “anacronistico” e superato. Questo impulso anti-antifascista si può vedere come un riflesso condizionato, comprensibile per la leader di Fratelli d’Italia. Ma, argomentano Pedullà e Urbinati, sotto c’è più di una semplice idiosincrasia contro i vecchi nemici. C’è tutto un progetto politico di trasformazione della democrazia italiana, quella nata dalla resistenza e codificata nella costituzione, quella sì, antifascista. Infatti mentre i padri e le madri costituenti avevano ben presente l’opposto della democrazia, il fascismo, Meloni vuole abolire questa contrapposizione, propugnando una democrazia afascista, svuotata dei valori guida, la libertà e l’uguaglianza intese non come pure formalità giuridiche ma come traguardo. Realizzerebbe così una democrazia svuotata del conflitto sociale, della partecipazione, sostituendola con una “decidente”: una democrazia del capo. Una lettura preziosa per capire dove vuole arrivare Meloni e quanto è radicale il suo progetto di trasformazione della democrazia italiana. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1557 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati