Nel cervello dei non vedenti

Quando la corteccia visiva perde la sua funzione principale, si riorganizza per svolgere altri compiti. Per esempio, si attiva per rispondere a stimoli uditivi, tattili e olfattivi, e potrebbe avere un ruolo nel regolare i movimenti. Alcuni ricercatori giapponesi hanno condotto uno studio su ventiquattro volontari, metà dei quali non vedenti, usando la stimolazione magnetica transcranica, che inibisce l’attività elettrica del cervello. Durante la stimolazione della corteccia visiva i non vedenti non riuscivano a muovere il piede. “La corteccia potrebbe quindi essere coinvolta nel controllo motorio”, spiegano i ricercatori su bioRxiv. L’assenza di movimento potrebbe essere causata dall’interruzione dei circuiti del controllo del ritmo e del tempo che si sviluppano nella corteccia visiva dei non vedenti.

Risultati poco affidabili

Molti studi, pubblicati su riviste prestigiose, si basano sulle immagini del cervello ottenute con la tecnica della risonanza magnetica funzionale (fmri). Attraverso l’interpretazione delle immagini i ricercatori collegano l’attività di alcune aree cerebrali all’esecuzione di compiti o ad aspetti del comportamento delle persone. Una nuova ricerca mostra che nella grande maggioranza dei casi questi studi si basano su un numero di volontari insufficiente, e i risultati non sono quindi affidabili. I collegamenti trovati potrebbero essere in realtà fluttuazioni dell’attività cerebrale del tutto casuali o di scarsa rilevanza. Il problema è la variabilità individuale, che non permette di generalizzare risultati ottenuti con poche decine di partecipanti. Per risolvere il problema si potrebbe adottare il modello degli studi di genetica umana, che si basano sui dati di migliaia di persone. In questo modo si potrebbero dimostrare legami reali tra attività cerebrale e comportamento delle persone. Tuttavia, non si può escludere che alcuni studi ristretti abbiano dato risultati accurati. ◆

Violazioni sui cookie

Almeno nove siti web su dieci non applicano il regolamento europeo sulla protezione dei dati (Gdpr), che riguarda i cookie. I cookie sono brevi stringhe di testo che i siti web memorizzano sul computer dell’utente. Servono, tra le altre cose, per predisporre pubblicità personalizzate. Su 29.398 siti web analizzati, il 94,7 per cento presentava almeno una violazione del Gdpr, scrive New Scientist. Per esempio, in sette casi su dieci i cookie erano attivati prima di ottenere il consenso dell’utente. In alcuni casi i cookie erano attivati nonostante il rifiuto. I ricercatori hanno messo a punto CookieBlock, un’estensione del browser che rimuove automaticamente i cookie che non rispettano la privacy dell’utente.

Il paradosso dei buchi neri

EHT

Due studi pubblicati su Physics Letters B e Physical Review Letters propongono una soluzione al “paradosso dell’informazione del buco nero”. La descrizione dei buchi neri, che si formano dal collasso della materia, sembra far entrare in conflitto le leggi della relatività generale con quelle della meccanica quantistica, secondo cui le informazioni fisiche della materia collassata dovrebbero essere conservate e non “sparire” nel buco nero. Nuovi calcoli relativi al campo gravitazionale dei buchi neri eliminerebbero il paradosso: il collasso della materia lascerebbe infatti un’impronta, i cosiddetti “capelli quantistici”. Nella foto: l’orizzonte degli eventi del buco nero M87

Due studi pubblicati su Physics Letters B e Physical Review Letters propongono una soluzione al “paradosso dell’informazione del buco nero”. La descrizione dei buchi neri, che si formano dal collasso della materia, sembra creare un contrasto tra le leggi della relatività generale e quelle della meccanica quantistica. Nuovi calcoli relativi al campo gravitazionale dei buchi neri spiegherebbero il paradosso: il collasso della materia lascerebbe un’impronta, sotto forma di “capelli quantistici”. Nella foto: il buco nero supermassiccio M87

Proteggersi da omicron 2

La variante omicron del virus sars-cov-2 è divisa in sottovarianti. La prima a diffondersi è stata la Ba.1, ma anche la Ba.2 (o omicron 2) sta diventando molto comune. Secondo il New England Journal of Medicine, tre dosi di vaccino Pfizer-Biontech permettono al sistema immunitario di riconoscere la nuova sottovariante. La crescente diffusione della Ba.2 sarebbe quindi dovuta a una maggiore trasmissibilità del virus e non all’inefficacia della risposta immunitaria.

Louise Greenhorn/RSPB

Ambiente In Europa gli uccelli rapaci hanno alti livelli di piombo, che in alcuni casi risultano fatali. Sono più a rischio gli uccelli che si nutrono di animali uccisi dai cacciatori. Secondo Science of The Total Environment, l’inquinamento da piombo ha ridotto del 6 per cento le popolazioni di dieci importanti specie di rapaci. Una soluzione è eliminare il piombo dalle munizioni dei cacciatori.
Nella foto: un astore

Botanica Le piante si adattano agli ambienti urbani, scrive Science. Da uno studio sul trifoglio condotto in 160 città è emerso che le piante producono minori quantità di composti chimici sgraditi agli erbivori, poco presenti nell’ambiente urbano. Un’altra forma di adattamento riguarda la disponibilità d’acqua. La creazione di spazi antropizzati può quindi influire sull’evoluzione delle piante.

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1453 - 25 marzo 2022
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