Esecuzione sospesa

Condanne a morte eseguite negli Stati Uniti (Death Penalty Information Center)

Kevin Stitt, il governatore dell’Oklahoma, ha sospeso l’esecuzione della pena di morte per Richard Glossip, un detenuto condannato per aver ucciso il suo datore di lavoro nel 1997. “La sospensione, della durata di sessanta giorni, permetterà alla corte d’appello dello stato di esaminare alcune nuove prove che sembrano dimostrare l’innocenza di Glossip”, scrive l’Associated Press. Di recente Justin Sneed, l’uomo che accusava Glossip, ha detto di voler ritirare la sua testimonianza.

Spiragli per il dialogo

Il 18 agosto l’Esercito di liberazione nazionale (Eln), la principale organizzazione guerrigliera ancora attiva in Colombia, ha annunciato di aver liberato sei esponenti delle forze di sicurezza in vista dei colloqui di pace con il presidente Gustavo Petro. “Una decisione che prende atto degli sforzi del governo per facilitare la ripresa del dialogo”, ha dichiarato l’Eln. “Petro ha risposto sospendendo i mandati di cattura ed estradizione per i guerriglieri che sono a Cuba”, scrive El Espectador.

Abortire è più difficile

“Due mesi dopo che la corte suprema ha cancellato le tutele federali all’aborto, 21 milioni di donne statunitensi tra i 15 e i 44 anni (un terzo del totale) hanno perso l’accesso all’interruzione di gravidanza”, scrive il Wash­ington Post. La situazione peggiorerà nei prossimi giorni, quando leggi molto restrittive entreranno in vigore in vari stati. “Il Texas, il Tennessee e l’Idaho hanno già norme che limitano l’aborto, ma i nuovi provvedimenti renderanno completamente illegale la procedura o inaspriranno le pene per i medici che la praticano (in Texas gli operatori sanitari rischierebbero anche l’ergastolo)”. I gruppi antiabortisti hanno già fissato i loro prossimi obiettivi: approvare leggi che impediscano alle donne di andare ad abortire in altri stati, rimuovere le eccezioni previste per le vittime di violenza sessuale e riconoscere la personalità giuridica ai feti.

Fernández sotto accusa

Buenos Aires, 23 agosto 2022 (Getty)

Il 22 agosto il procuratore Diego Luciani ha chiesto dodici anni di carcere, l’esclusione a vita da ogni incarico pubblico e la confisca dei beni per la vicepresidente argentina Cristina Fernández (nella foto affacciata al balcone), accusata di essere a capo di un’associazione illecita che favoriva l’imprenditore Lázaro Báez e di essersi appropriata di fondi pubblici. “ È stata la più grande manovra di corruzione nella storia del paese”, ha detto Luciani, stimando in milioni di dollari il danno economico causato allo stato. “Fernández si è difesa dicendo di essere vittima di un linciaggio giudiziario”, scrive El Diario. Figura di spicco della sinistra peronista, Fernández è stata presidente dal 2007 al 2015. In precedenza l’incarico era stato ricoperto dal marito Néstor Kirchner. ◆

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1475 - 26 agosto 2022
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