Scienza

Pelle trasparente

I ricercatori dell’università di Stanford hanno scoperto che la tartrazina, un colorante giallo usato nell’industria alimentare, permette di vedere attraverso la pelle. Normalmente i tessuti appaiono opachi perché la loro componente acquosa disperde la radiazione luminosa. La tartrazina invece assorbe la maggior parte della luce nelle regioni dello spettro vicine all’ultravioletto e al blu dello spettro, e diffondendosi nella pelle può renderla trasparente. La tecnica ha è stata testata su topi vivi fino a una profondità di circa tre millimetri, scrive Science: l’applicazione della tintura sulla pelle ha permesso di osservare a occhio nudo i vasi sanguigni e le fibre muscolari e i movimenti degli organi interni come l’intestino e i polmoni. Poiché questa tecnica non danneggia i tessuti ed è reversibile potrebbe servire per studiare le malattie neurodegenerative e il sistema nervoso e per facilitare le diagnosi e i prelievi di sangue.

Il Center for Wildlife Studies si dedica dagli anni ottanta alla protezione delle tigri in India. Come tutti i grandi carnivori al vertice della catena alimentare, i felini hanno bisogno di territori ampi, popolati da molte prede potenziali. Ma in India gli spazi di natura selvaggia diminuiscono sempre di più, per fare posto a campi coltivati e pascoli per il bestiame. Oggi le tigri occupano meno del 7 per cento del loro areale storico. La crescita della popolazione indiana e lo sviluppo economico portano le tigri e gli esseri umani a condividere gli stessi spazi, e milioni di persone vivono ormai a ridosso delle riserve. Ogni anno i felini uccidono tra le cinquanta e le sessanta persone, oltre a innumerevoli capi di bestiame, e le popolazioni locali reagiscono dando loro la caccia. Ma secondo lo Smithsonian Magazine è possibile attenuare il conflitto adottando delle misure per favorire la convivenza. Una di queste è facilitare l’accesso ai fondi di compensazione per chi ha perso un capo di bestiame. Anche se i risarcimenti non coprono tutti i danni, possono ridurre la motivazione a uccidere le tigri. ◆

Il computer più veloce

Il supercomputer più veloce al mondo si chiama Frontier. Si trova nel laboratorio federale di Oak Ridge, negli Stati Uniti, e consuma la stessa energia di diecimila abitazioni, scrive Nature. È usato per fare simulazioni molto dettagliate e nel 2024 i suoi calcoli dovrebbero contribuire ad almeno cinquecento studi scientifici. Nei prossimi mesi però le sue prestazioni potrebbero essere superate da altri supercomputer.

La memoria allunga la vita

Vladimir V. Pravosudov

Uno studio realizzato sulle cince delle Montagne rocciose (Poecile gambeli, nella foto) ha rivelato che gli individui con abilità cognitive migliori vivono più a lungo. La ricerca, pubblicata su Science, ha rilevato in particolare che la memoria e l’apprendimento spaziale sono associati a una maggiore longevità. Questo legame era già stato ipotizzato, ma questo studio ha valutato le capacità degli animali selvatici ricorrendo a una serie di test invece che a fattori indiretti come le dimensioni del cervello.

Luci notturne e alzheimer

Una ricerca pubblicata su Frontiers in Neurology suggerisce che l’inquinamento luminoso notturno può favorire l’insorgenza dell’alzheimer. Confrontando le mappe dell’inquinamento luminoso negli Stati Uniti con i dati clinici, si è visto che l’esposizione alla luce notturna è associata a una maggiore prevalenza della malattia, soprattutto nei soggetti sotto i 65 anni. La correlazione è più marcata rispetto a fattori di rischio come l’abuso di alcol o l’obesità. Usare tende oscuranti o mascherine per gli occhi potrebbe ridurre gli effetti negativi.

Oliver Diekmann/TU Wien

Fisica Presto potrebbe essere possibile costruire orologi nucleari estremamente precisi e stabili. Attualmente gli orologi più precisi sono quelli atomici, che si basano sul passaggio degli elettroni da uno stato di energia all’altro. Gli orologi nucleari (nell’immagine) si basano invece sul cambiamento di stato dei nuclei di torio. Secondo Nature potrebbero essere usati in molti campi di ricerca.

Biologia La prossima pandemia potrebbe venire dall’Artico, scrive Nature. In questa regione il cambiamento climatico, il degrado ambientale e la pressione antropica favoriscono la diffusione di malattie, in particolare di quelle che vengono trasmesse dagli animali alle persone. Bisognerebbe quindi migliorare i sistemi di controllo.

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1580 - 13 settembre 2024
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