Alcune sostanze inquinanti presenti nell’alimentazione e nell’ambiente influiscono negativamente sullo sviluppo cerebrale del feto, contribuendo alla riduzione delle capacità cognitive della popolazione. Questa verità, scomoda e poco nota ma già emersa in vari studi recenti, è al centro di una nuova ricerca, la più completa condotta finora, pubblicata il 17 febbraio sulla rivista Science. I risultati indicano che ampie fasce della popolazione dei paesi occidentali sono esposte a dei cocktail di interferenti endocrini (sostanze che interferiscono con il sistema ormonale) deleteri per lo sviluppo del cervello dei bambini.

“La regolamentazione dei prodotti chimici è basata sulla valutazione delle singole sostanze”, scrivono i ricercatori. “Manca purtroppo un’analisi approfondita degli effetti dei cocktail chimici sull’organismo”.

angelo monne

Gli autori – trentasette ricercatori di una ventina di laboratori europei e statunitensi – hanno dimostrato che un mix di circa quindici interferenti endocrini molto diffusi altera lo sviluppo del cervello del feto e può causare un ritardo dell’acquisizione del linguaggio, che è un possibile indicatore di deficit cognitivo e disturbi dello spettro autistico. Grazie ai dati raccolti nella sperimentazione e anche sugli animali in laboratorio, gli autori propongono un nuovo quadro scientifico di valutazione del rischio.

Ftalati e Pfas

I ricercatori hanno condotto dei prelievi biologici su circa duemila donne svedesi incinte per stimare la loro esposizione a varie sostanze. È emerso che una combinazione di cinque ftalati, otto sostanze perfluoroalchiliche (Pfas), bisfenolo A e triclosano era associata a un ritardo dei figli, una volta nati, nell’acquisizione del linguaggio.

Gli ftalati e il bisfenolo A sono dei plastificanti diffusi in vari materiali a contatto con gli alimenti, nell’ambiente domestico e in alcuni prodotti di pulizia e igiene personale. Gli Pfas sono sostanze antiadesive e impermeabilizzanti usate negli utensili da cucina, nei vestiti e negli imballaggi alimentari. Alcuni Pfas sono vietati o lo saranno tra poco, ma sono sostanze persistenti, che si accumulano nei grassi e sono onnipresenti nella catena alimentare, ed è quindi impossibile evitarle del tutto. Il triclosano è invece un antibatterico presente in alcuni prodotti di pulizia e igiene personale.

Gli effetti dell’esposizione a questo cocktail chimico sono rilevanti. I bambini coinvolti nello studio sono stati sottoposti a dei test standardizzati di acquisizione del linguaggio: a due anni e mezzo, quelli nati dal 10 per cento delle donne più esposte avevano un rischio tre volte più alto di ritardo nel linguaggio rispetto a quelli nati dal 10 per cento delle donne meno esposte. “A quest’età il ritardo nel linguaggio è associato a facoltà cognitive ridotte più avanti”, spiega il biologo Jean-Baptiste Fini, professore presso il Museo nazionale di storia naturale (Mnhn) di Parigi e tra gli autori della ricerca. “Una volta cresciuti, i bambini con un ritardo nell’acquisizione del linguaggio hanno registrato risultati in media più bassi nei test del quoziente intellettivo”.

I ricercatori hanno condotto vari esperimenti, anche sugli animali in laboratorio, per capire come agisce questo cocktail di interferenti endocrini, scoprendo che perturba un insieme di geni coinvolti nello sviluppo cerebrale del feto. È l’attivazione di questi geni da parte di alcuni ormoni, in particolare tiroidei, che permette l’elaborazione dei tessuti del cervello. Si pensa che il cattivo funzionamento di questi geni sia una causa dei disturbi dello spettro autistico.

I risultati sono inquietanti, ma non forniscono un quadro completo della situazione. “Abbiamo analizzato solo alcune sostanze inquinanti”, spiega il tossicologo Andreas Kortenkamp, della Brunel university di Londra. “Se avessimo tenuto conto di altre sostanze che hanno un ciclo di vita lungo e di cui conosciamo gli effetti negativi sul cervello – come il mercurio, il cadmio, il piombo, i fluoruri e gli insetticidi organofosfati – lo scenario sarebbe ancora più preoccupante”. ◆ adr

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Questo articolo è uscito sul numero 1449 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati