I tagli statunitensi agli aiuti allo sviluppo, inclusi quelli dell’agenzia Usaid, stanno avendo gravi ripercussioni nell’Africa subsahariana. In 21 paesi contribuivano ad almeno il 20 per cento della spesa pubblica per la sanità. Gli Stati Uniti erano anche il principale donatore del Fondo globale per la lotta all’aids, la tubercolosi e la malaria, e di agenzie come l’Unicef, l’Oms e il Programma alimentare mondiale (Pam). Nell’anno fiscale 2025 il Pam ha ricevuto 326 milioni di dollari contro i 4,3 miliardi del 2024.

Il destino degli aiuti bilaterali è più difficile da valutare perché generalmente passano attraverso le organizzazioni non governative. Ma al 1 agosto 2025 era stato chiuso l’86 per cento dei contratti di Usaid (e il 77 per cento di quelli relativi alla salute). In generale la contrazione potrebbe durare a lungo: il 2024 e il 2025 segneranno probabilmente due anni consecutivi di tagli agli aiuti bilaterali dei quattro principali donatori (Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania). Washington ha dichiarato che manterrà attività “salvavita”, come la distribuzione di farmaci per l’hiv, ma i tagli ai programmi di prevenzione della malattia causeranno migliaia di nuovi contagi.

Intanto in Africa regna il caos. In Sudafrica le cliniche per l’aids accolgono pazienti dai paesi vicini, che non riescono più a trovare i farmaci a casa loro. In Madagascar si teme una crisi imminente nel sud, soggetto a siccità e a carestie. Ma le riserve alimentari per le emergenze sono “un decimo di quelle dell’anno scorso”, spiega il responsabile di un’organizzazione umanitaria.

I campi profughi sono particolarmente vulnerabili. A luglio a Kiryandongo, in Uganda (dove il bilancio del Pam era coperto per il 60 per cento dagli Stati Uniti) centinaia di rifugiati hanno attaccato un complesso che ospitava i nuovi arrivati. Anche l’assistenza sanitaria di base risente della crisi: in Angola, Repubblica Democratica del Congo, Sudan e Sud Sudan sono aumentati i casi di colera dopo la riduzione dei fondi per i progetti di miglioramento dei servizi igienici. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1643 di Internazionale, a pagina 46. Compra questo numero | Abbonati