17 agosto 2015 15:20
Le proteste dei residenti a Tianjin, in Cina, il 17 agosto 2015. (Afp)

Centinaia di familiari delle vittime e di residenti hanno manifestato nella città portuale di Tianjin il16 agosto, per chiedere risarcimenti al governo cinese dopo le due forti esplosioni, avvenute la settimana scorsa in un magazzino di prodotti chimici. Le persone si sono radunate di fronte all’hotel Mayfair, dove le autorità cinesi stavano tenendo una conferenza stampa. Ecco cosa sappiamo finora della vicenda:

Le esplosioni. Sono avvenute tra il 12 e il 13 agosto, poco prima della mezzanotte (le 18 in Italia). Sono state così potenti da essere visibili dallo spazio, come testimoniano alcune immagini scattate dall’agenzia meteorologica giapponese. Alte colonne di fumo si sono diffuse in tutta la città e ci sono stati danni a palazzi e automobili fino a tre chilometri di distanza.

Le vittime. Sono 114, secondo le autorità cinesi. Ma ci sono ancora 70 dispersi, soprattutto vigili del fuoco. Circa 700 persone sono ancora ricoverate in ospedale. Gli sfollati sono almeno seimila e la case danneggiate dalle esplosioni sono 17mila.

Il video della Reuters.


Dov’è successo. Le esplosioni sono avvenute in un magazzino di proprietà dell’azienda Tianjin Dongjiang Port Ruihai International Logistics, specializzata nel gestire “materiali pericolosi”. I dirigenti dell’azienda sono stati arrestati. Il magazzino conteneva 700 tonnellate di cianuro di sodio, una polvere potenzialmente fatale se inalata o ingerita e che, quando viene dissolta o bruciata, rilascia un gas velenoso. Il magazzino, scrive la Bbc, si trova a circa cinquecento metri da alcune case, una distanza che violerebbe la legge, che prevede almeno un chilometro di distanza. Le autorità hanno ordinato l’evacuazione della zona.

Cosa conteneva il magazzino. Tra le altre cose, c’erano 700 tonnellate di cianuro di sodio, un composto chimico sotto forma di polvere che è potenzialmente fatale se inalato o ingerito e che, quando viene dissolto o bruciato, rilascia un gas velenoso. Il governo ha cercato di tranquillizzare i cittadini, dicendo che il cianuro è rischioso per la salute solo se una persona viene esposta per un lungo periodo di tempo. Greenpeace ha fatto dei test sulle acque di Tianjin. Secondo i primi risultati, le acque della città non sono gravemente contaminate dal cianuro. I test però, aggiunge Greenpeace, non dimostrano né negano la presenza di cianuro nelle acque di Tianjin.

Perché è successo. Le autorità cinesi non hanno ancora dato spiegazioni ufficiali sui motivi delle due esplosioni. È stata aperta un’inchiesta per capire se qualche funzionario abbia commesso negligenze.

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